L’avvocato non deve favorire comportamenti illeciti dei propri assistiti detenuti in carcere

Va sottoposto a procedimento disciplinare (e conseguentemente annullato il provvedimento di archiviazione disposta dal CDD) l’avvocato che agevoli o renda possibile la violazione delle norme dettate dal regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario e delle relative disposizioni operative rese dall’amministrazione penitenziaria, specie da parte del proprio assistito in vinculis (Nel caso di specie, durante un colloquio in carcere con un proprio assistito detenuto, l’avvocato gli aveva mostrato “un telefono cellulare con l’immagine di una donna”, asseritamente per una comunicazione a distanza con una familiare del detenuto stesso, in assenza di autorizzazione dell’amministrazione penitenziaria, la quale segnalava pertanto l’accaduto al COA di appartenenza. Ricevuto l’esposto, tuttavia, il CDD archiviava il procedimento. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha accolto l’impugnazione dell’archiviazione proposta dal COA, rinviando così gli atti al CDD, in diversa composizione).

Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Napoli), sentenza n. 200 dell’11 ottobre 2023

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 200 del 11 Ottobre 2023 (accoglie)
- Consiglio territoriale: CDD Bologna, delibera del 13 Giugno 2023 (archiviazione)
abc, Giurisprudenza CNF

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