Un problema di salute o personale può aver rilievo solo nell’ottica di mitigare il trattamento sanzionatorio e non già per scriminare l’eventuale illecito che sia stato posto in essere, men che meno allorché gli illeciti siano numerosi e gravi, ovvero seriali, sistematici e ripetuti secondo un modulo comportamentale (nella specie, connotato dal raggiro e dal falso astutamente propinato) che arreca un danno enorme al prestigio ed all’immagine dell’intera classe forense. Peraltro, nel caso di problemi di salute o di natura personale che risultassero talmente gravi da costituire enormi difficoltà nell’esercizio della professione e nell’adempimento di tutti gli obblighi e doveri che da essa discendono, l’avvocato dovrebbe dismettere i mandati, addirittura autosospendersi in casi limite, anziché continuare ad esercitare come se nulla fosse e ad accettare -e magari incoraggiare- incarichi professionali che non potrà assolvere.
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Gagliano), sentenza n. 127 del 8 aprile 2024
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 127 del 08 Aprile 2024 (respinge) (sospensione)- Consiglio territoriale: CDD Roma, delibera del 22 Settembre 2022 (sospensione)
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