L’avvocato può determinare il compenso parametrandolo ai risultati perseguiti (art. 45 c.d.f., ora 25 ncdf), fermo restando che, nell’interesse del cliente, tale compenso deve essere comunque sempre proporzionato all’attività svolta: siffatta proporzione rimane l’essenza comportamentale richiesta all’avvocato, indipendentemente dalle modalità di determinazione del suo compenso.
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Morlino, rel. Borsacchi), sentenza del 30 dicembre 2013, n. 225
NOTA:
In senso conforme, tra le altre, Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. VERMIGLIO, rel. BIANCHI), sentenza del 16 marzo 2010, n. 11.
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 225 del 30 Dicembre 2013 (respinge) (sospensione)- Consiglio territoriale: COA Monza, delibera del 11 Gennaio 2012 (sospensione)
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