Elezione dei consigli dell’ordine degli avvocati – Titolarità dell’elettorato attivo e passivo – Controversie relative – Giurisdizione del CNF – Sussistenza – Fondamento.

Ai sensi degli artt. 28, comma 12, e 36, comma 1, della l. 247 del 2012, la giurisdizione del Consiglio Nazionale Forense sulle controversie relative alle elezioni dei consigli dell’ordine degli avvocati non è limitata a quelle concernenti la regolarità delle operazioni elettorali (che attengono all’osservanza di norme rivolte alla tutela di interessi generali della collettività) ma si estende anche a quelle concernenti l’eleggibilità dei candidati e, più in generale, l’elettorato attivo e passivo degli stessi, le quali, pur coinvolgendo posizioni di diritto soggettivo, non possono ritenersi rimaste attribuite alla giurisdizione ordinaria; ciò in quanto tutte le controversie relative alle elezioni dei consigli dell’ordine (a differenza di quelle riguardanti l’elezione del CNF, per le quali manca un’autonoma disciplina) costituiscono oggetto di una specifica disposizione avente la finalità di concentrare la giurisdizione in un unico organo composto da soggetti eletti tra gli appartenenti all’ordine professionale e costituente espressione dell’autonomia di quest’ultimo, sicché, per un verso, deve prescindersi dalla natura delle situazioni giuridiche coinvolte nella vicenda processuale (la cui distinzione tra diritti soggettivi e interessi legittimi mal si attaglia, peraltro, alla varietà delle competenze attribuite al CNF), mentre, per altro verso, alla luce della conservata impugnabilità delle decisioni dello stesso CNF dinanzi alle Sezioni Unite della Corte di cassazione (ai sensi dell’art. 36, comma 6, della l. 247 del 2012), deve escludersi ogni possibile menomazione della tutela giurisdizionale, prefigurandosi un sistema di adeguata protezione dei diritti soggettivi degli interessati, manifestamente non contrastante con gli artt. 3, 24, 102 111 e 113 Cost. (massima uff.)

Corte di Cassazione (pres. Lombardo, rel. Mercolino), SS.UU, sentenza n. 2603 del 4 febbraio 2021

Giurisprudenza Cassazione

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