Conforme alla massima n. 3 dell’8 marzo 1990. (Rigetta ricorso contro decisione Consiglio Ordine Bari, 30 settembre 1987). Consiglio Nazionale Forense (pres. LANDRISCINA, rel. CARANCI), sentenza del 23 luglio 1990, n. 68
Conforme alla massima n. 3 dell’8 marzo 1990. (Rigetta ricorso contro decisione Consiglio Ordine Bari, 30 settembre 1987). Consiglio Nazionale Forense (pres. LANDRISCINA, rel. CARANCI), sentenza del 23 luglio 1990, n. 68
La facoltà di impugnare la decisione del Consiglio dell’Ordine in materia disciplinare è concessa, ai sensi dell’art. 50 della legge 22 gennaio 1934, n. 37, unicamente all’interessato ed al P.M. presso la Corte d’Appello. E per « interessato » deve intendersi, senza possibilità di dubbio, il solo professionista assoggettato a procedimento disciplinare, come si ricava […]
L’esercizio del potere-dovere attribuito al Consiglio dell’Ordine di sospendere cautelarmente dall’esercizio della professione l’iscritto che venga a trovarsi nella particolare condizione prevista dall’art. 43 r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, non costituisce violazione dei diritti inviolabili dell’uomo, né di quelli della pari dignità ed uguaglianza sociale assicurati dagli artt. 2 e 3 della Costituzione. La […]
Il secondo comma dell’art. 3 della legge 24 luglio 1985, n. 406, prescrive che il superamento dell’esame di procuratore consente l’iscrizione in un Albo circondariale nell’ambito della Corte d’Appello presso la quale l’esame è stato sostenuto. Ne segue che il neo procuratore è vincolato nella scelta della sede ove può dare inizio alla sua attività […]
La legge professionale stabilisce in via tassativa che, anche per la cancellazione dei praticanti procuratori dal relativo Registro deve essere rispettato l’obbligo di ascoltare preventivamente nelle sue giustificazioni l’interessato al quale deve, pertanto, essere assegnato un termine non minore di dieci giorni per la presentazione delle proprie deduzioni. La mancata osservanza di tale disposizione determina […]
Il procedimento disciplinare è del tutto autonomo rispetto alle azioni civili e penali che possono avere rilevanza a diversi fini. Gli organi giudicanti a livello professionale possono infatti liberamente procedere all’accertamento dei fatti e delle responsabilità attinenti agli addebiti mossi agli incolpati, senza preclusioni di sorta. (Rigetta ricorso contro decisione Consiglio Ordine Mantova, 4 aprile/3 […]
Tutto ciò che afferisce al rapporto professionale che si instaura tra cliente ed avvocato si permea della natura pubblica che caratterizza il rapporto stesso, onde l’insieme degli atti e comportamenti che danno contenuto ad esso non può essere sottratto all’osservanza delle norme e consuetudini deontologiche. Pertanto è stato confermato nella fattispecie essere preciso dovere dell’avvocato […]
Il Consiglio dell’Ordine deve dar corso alla cancellazione dall’Albo dì appartenenza ogni qualvolta constati l’insussistenza di uno dei requisiti il cui possesso è condizione per l’iscrizione all’Albo professionale, senza che rilevi che il requisito sia venuto a mancare dopo l’iscrizione o già mancasse quando essa è avvenuta. L’art. 3, ultimo comma, lett. b) della legge […]
Qualora il ricorso al Consiglio nazionale forense contro una delibera del Consiglio dell’Ordine sia inoltrato direttamente presso gli uffici di segreteria del primo, non si può procedere all’esame del merito dell’impugnazione, ma si deve dichiarare l’inammissibilità del ricorso. (Dichiara inammissibile ricorso contro decisione Consiglio Ordine Venezia, 15 maggio 1989). Consiglio Nazionale Forense (pres. GRANDE STEVENS, […]
Il professionista che in via sistematica superi il massimo di tariffa nella redazione delle parcelle, sia pure in progetti di fatture, pone in essere un comportamento incompatibile con quel dovere di probità professionale che l’avvocato è tenuto ad osservare nei rapporti con i clienti e con i terzi in relazione al pagamento delle proprie parcelle. […]