Procedimento disciplinare: nessun obbligo di comunicare all’incolpato la notizia dell’illecito entro trenta giorni

In tema di procedimento disciplinare forense, né l’art. 38 r.d.l. n. 1578/1933 (e relativo regolamento attuativo r.d. 22/01/1934, n. 37), né la nuova legge professionale (L. n. 247/2012) prevedono -tantomeno a pena di nullità- l’obbligo di preventiva comunicazione della notizia dell’illecito all’incolpato nei trenta giorni (Nel caso di specie, in applicazione del principio di cui […]

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La delibera del CDD (e già del COA) che dispone la citazione a giudizio, ovvero l’apertura o la prosecuzione del procedimento disciplinare, non è impugnabile al CNF (né al TAR)

La deliberazione dei Consigli territoriali che dispone la citazione a giudizio, l’apertura o la prosecuzione del procedimento disciplinare ha natura di atto amministrativo endoprocedimentale che ha il solo scopo di segnalarne l’avvio con l’indicazione dei capi di incolpazione, quindi è privo di rilevanza esterna, sicché non è immediatamente impugnabile innanzi al Consiglio Nazionale Forense (né […]

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Procedimento disciplinare: inammissibili le istanze di accesso generiche, defatigatorie ed ostruzionistiche

Ai sensi dell’art. 22 della L. n. 241/90, così come modificato dall’art. 15 della l. n. 15/2005, non è consentita una conoscenza illimitata della documentazione in possesso della PA, ma solo quella connessa al procedimento, sicché è inammissibile in quanto generica l’istanza di accesso formulata dall’incolpato senza specificazione dei singoli atti del procedimento disciplinare nei […]

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I termini “breve” e “lungo” per l’impugnazione in Cassazione delle sentenze CNF

La proposizione del ricorso per cassazione contro le decisioni del Consiglio nazionale forense è soggetta – ai sensi dell’art. 36, comma 6, della legge 31/12/2012, n. 247, così come dell’art. 56, terzo co., del r.d.l. 27/11/1933, n. 1578 – al termine breve di trenta giorni, decorrente dalla notificazione d’ufficio della pronuncia contestata. Resta, invece, salva […]

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Domicilio digitale e avvocato extra districtum

A seguito dell’introduzione del domicilio digitale, corrispondente all’indirizzo PEC che ciascun avvocato ha indicato al Consiglio dell’ordine di appartenenza, previsto dall’art. 16-sexies d.l. 18/10/2012, n. 179, come modificato dal d.l. 24/06/2014, n. 90, non è più possibile effettuare le comunicazioni o le notificazioni presso la cancelleria dell’ufficio giudiziario procedente, anche se l’avvocato destinatario ha omesso […]

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Il termine per l’impugnazione nel caso di deposito della sentenza disciplinare presso il CNF

Nel caso in cui l’incolpato non abbia eletto domicilio in Roma, il deposito della sentenza disciplinare presso il Consiglio Nazionale forense è idoneo a far decorrere il termine “breve” per l’impugnazione solo allorché risulti dagli atti l’inaccessibilità dell’indirizzo di posta elettronica certificata dell’incolpato stesso, operando altrimenti il termine “lungo” di cui all’art. 327 cod. proc. […]

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L’esercizio in forma associata della professione forense

Dal 1°.1.2018 l’esercizio in forma associata della professione forense è regolato dall’art. 4-bis della legge n. 247 del 2012 (inserito dall’art. 1, comma 141, legge n. 124 del 2017 e poi ulteriormente integrato dalla legge n. 205 del 2017), che – sostituendo la previgente disciplina contenuta negli artt. 16 e ss. d.lgs. n. 96 del […]

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L’impugnazione in Cassazione delle sentenze del CNF per eccesso di potere (giurisdizionale)

L’eccesso di potere cui fa riferimento l’art. 56 del r.d.l. 27 novembre 1933 n. 1578 (convertito con modifiche nella legge 22 gennaio 1934, n. 36) sull’ordinamento della professione forense, nel prevedere il ricorso degli interessati e del P.M. avverso le decisioni disciplinari del Consiglio Nazionale Forense, non ricalca la figura dello sviamento di potere o […]

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La valutazione del CNF circa la rilevanza deontologica del fatto e la relativa sanzione disciplinare da applicare non è sindacabile in Cassazione

Le decisioni del Consiglio nazionale forense in materia disciplinare sono impugnabili dinanzi alle sezioni unite della Corte di Cassazione soltanto per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, con la conseguenza che l’accertamento del fatto, l’apprezzamento della sua rilevanza rispetto alle imputazioni, la scelta della sanzione opportuna e, in generale, la valutazione delle risultanze […]

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Illecito disciplinare: ignorantia legis non excusat (soprattutto il giurisperito)

In tema di responsabilità disciplinare dell’avvocato, la «coscienza e volontà delle azioni o omissioni» di cui all’art. 4 del nuovo Codice Deontologico consistono nel dominio anche solo potenziale dell’azione o omissione, che possa essere impedita con uno sforzo del volere e sia quindi attribuibile alla volontà del soggetto. Il che fonda la presunzione di colpa […]

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