La procura all’incasso non giustifica l’indebito trattenimento delle somme stesse

La procura alle liti che facultizzi l’avvocato ad incassare somme per conto del cliente, di per sè non comprende né giustifica il trattenimento delle somme stesse, che il professionista ha invece l’obbligo di mettere tempestivamente a disposizione dell’assistito rendendogliene altresì conto. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Picchioni), sentenza del 12 settembre 2018, n. […]

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La rilevanza probatoria delle dichiarazioni contenute nell’esposto disciplinare

Ai sensi dell’art. 59 c. 6 lett. g della Legge n. 247/2012, gli esposti e le segnalazioni “sono utilizzabili per la decisione ove la persona dalla quale provengono sia stata citata per il dibattimento”. Inoltre, l’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente […]

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L’archiviazione dell’esposto disciplinare non rileva ai fini del ne bis in idem

La delibera di archiviazione dell’esposto disciplinare non è idonea ad assumere autorità di giudicato onde non vìola il divieto di bis in idem l’eventuale riapertura del procedimento in presenza di elementi o accertamenti nuovi, o comunque idonei a dare nuovo impulso alla procedura, senza peraltro bisogno di una previa esplicita revoca dell’archiviazione stessa. Consiglio Nazionale […]

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Procedimento disciplinare: inammissibile la rideterminazione della (abrogata) cancellazione in via di “incidente di esecuzione”

Le funzioni esercitate in materia disciplinare dai Consigli dell’Ordine degli Avvocati, così come il relativo procedimento, hanno natura amministrativa e non giurisdizionale, sicché essi non hanno il potere di conoscere dell’esecuzione delle sanzioni irrogate nei confronti degli iscritti, non potendosi in senso contrario invocare l’art. 35 del Regolamento C.N.F. n. 2 del 2014, la cui […]

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I limiti al sindacato di Legittimità sulle sentenze CNF

Le decisioni del Consiglio Nazionale Forense in materia disciplinare sono impugnabili dinanzi alle Sezioni Unite della S.C, ai sensi dell’art. 56, comma 3, del r.d.l. n. 1578 del 1933, soltanto per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, nonché, ai sensi dell’art. 111 Cost., per vizio di motivazione, con la conseguenza che, salva l’ipotesi […]

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La riqualificazione del capo di incolpazione non vìola, di per sè, il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato

Per aversi violazione del principio di correlazione tra fatti contestati e quelli assunti a base della decisione, occorre una trasformazione radicale, nei suoi elementi essenziali, del fatto concreto, sì da pervenire ad un’incertezza sull’oggetto dell’addebito da cui scaturisca una reale violazione del principio del contraddittorio e dei diritti della difesa. Ne consegue che l’indagine volta […]

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Il COA di Pescara pone il quesito circa la necessità o meno di provvedere all’esecuzione delle sanzioni c.d. formali non soltanto mediante annotazione nel fascicolo personale dell’iscritto, ai sensi dell’art. 35, comma 3, Reg. CNF n. 2/14, ma anche a mezzo invio al condannato di una lettera del Presidente del COA che espliciti i contenuti di legge di dette pene disciplinari.

Il quesito si sostanzia in una richiesta di verificare l’opportunità di far luogo ad una modifica del regolamento n. 2/2014 prevedendo che attraverso l’invio di una lettera firmata dal presidente del C.O.A. si esplicitino la natura e le conseguenze della pena disciplinare non ablativa inflitta dal C.D.D. La notifica della decisione disciplinare comporta conoscenza legale […]

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Corrispondenza tra addebito contestato e pronuncia disciplinare: il divieto di decisioni a sorpresa

La difformità tra contestato e pronunziato si verifica nelle ipotesi di c.d. “decisione a sorpresa”, ovvero allorchè la sussistenza della violazione deontologica venga riconosciuta per fatto diverso da quello di cui alla contestazione e, dunque, la modificazione vada al di là della semplice diversa qualificazione giuridica di un medesimo fatto, di talché la condotta oggetto […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro, esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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