Avvocati stabiliti: il COA deve tutelare la funzione giudiziaria, al fine di evitare che operino in Italia soggetti scarsamente qualificati

In tema di avvocati stabiliti, è compito del Consiglio dell’Ordine apprestare tutela alla funzione giudiziaria in Italia, ossia evitare che operino soggetti scarsamente qualificati o che siano all’oscuro delle peculiarità del diritto italiano. Nell’esaminare la domanda di dispensa dalla prova attitudinale, pertanto, il COA deve procedere a verificare -attraverso i propri ampi poteri istruttori- che […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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La riapertura del procedimento disciplinare dopo l’assoluzione in sede penale con formula piena (per tutti o alcuni fatti)

Il procedimento disciplinare, concluso con condanna dell’incolpato, è riaperto se è stata inflitta una sanzione disciplinare e, per gli stessi fatti, l’autorità giudiziaria ha emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste o perché l’incolpato non lo ha commesso. In tale caso il procedimento è riaperto e deve essere pronunciato il proscioglimento anche in […]

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La (successiva) parziale assoluzione in sede penale NON impone una corrispondente riduzione della sanzione già irrogata in sede disciplinare

Se, dopo la condanna deontologica per più fatti, l’incolpato sia stato successivamente assolto in sede penale perché alcuni di essi non sussistono o non li ha commessi, il procedimento disciplinare è riaperto (art. 55 L. n. 247/2012 e art. 36 Reg. CNF 2/2014) per una nuova valutazione del comportamento complessivo dell’incolpato, espungendo la condotta non […]

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Il CDD può motivare per relationem

In considerazione della natura amministrativa del procedimento disciplinare innanzi al Consiglio territoriale, nel caso di provvedimento motivato per relationem, non occorre necessariamente che l’atto richiamato dalla motivazione debba essere portato nella sfera di conoscibilità legale del destinatario, essendo invece sufficiente che siano espressamente indicati gli estremi o la tipologia dell’atto richiamato. Pertanto, in sede di […]

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La richiesta del certificato di irrevocabilità della sentenza in realtà non passata in giudicato

Costituisce illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, in violazione dell’art. 50 cdf, richieda alla Cancelleria il certificato di irrevocabilità della sentenza pur nella consapevolezza che la sentenza stessa non sia in realtà passata in giudicato (Nel caso di specie, il certificato in parola era richiesto dall’avvocato nonostante avesse egli stesso ricevuto la notifica della relativa […]

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La restituzione di documenti al cliente mediante deposito presso il COA

L’obbligo dell’avvocato di restituire senza ritardo alla parte assistita la documentazione dalla stessa ricevuta per l’espletamento del mandato quando questa ne faccia richiesta non è assolto mediante il deposito della documentazione stessa presso la sede dell’Ordine degli Avvocati affinché provveda alla riconsegna. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Melogli), sentenza n. 103 del 5 maggio […]

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L’Avvocato non ha il diritto di ritenzione (degli originali) degli atti e dei documenti di causa, tanto meno per ottenere il pagamento dei propri compensi

Incorre in un illecito disciplinare l’avvocato che ometta di restituire tutta la documentazione, di cui sia venuto in possesso nel corso dello svolgimento del proprio incarico professionale, al cliente, anche qualora questi non paghi le sue spese legali; né l’obbligo di consegna può ritenersi assolto con la semplice messa a disposizione della documentazione richiesta se, […]

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Illecito disciplinare a forma libera o “atipico”: l’eventuale mancata “descrizione” di uno o più comportamenti e della relativa sanzione non genera l’immunità

Il principio di stretta tipicità dell’illecito, proprio del diritto penale, non trova applicazione nella materia disciplinare forense, nell’ambito della quale non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, giacché il nuovo sistema deontologico forense -governato dall’insieme delle norme, primarie (artt. 3 c.3 – 17 c.1, e 51 c.1 della L. 247/2012) e secondarie (artt. […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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