Avvocato – Norme deontologiche – Principi generali – Dovere di lealtà, probità, e correttezza – Bancarotta fraudolenta – Smercio di sostanze stupefacenti – Illecito deontologico – Sussiste.

Pone in essere un comportamento disciplinarmente rilevante e contrario ai doveri di lealtà, probità e correttezza, l’avvocato che consapevole della avvenuta dichiarazione di fallimento di una società presti la propria attività professionale al fine di agevolare il proprio cliente nel procurarsi un ingiusto profitto a scapito della massa passiva e che si attivi nel coadiuvare terze persone nel reperimento di sostanze stupefacenti. (Nella specie è stata confermata la sanzione della cancellazione dall’albo). (Rigetta il ricorso avverso decisione C.d.O. dell’Aquila, 6 maggio 1996).

Consiglio Nazionale Forense (pres. Buccico, rel. Sgromo), sentenza del 29 settembre 1998, n. 111

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 111 del 29 Settembre 1998 (respinge) (cancellazione)
- Consiglio territoriale: COA LAquila, delibera del 06 Maggio 1996 (cancellazione)
Giurisprudenza CNF

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