Avvocato – Norme deontologiche – Doveri di probità e correttezza – Violazione prescrizioni arresti domiciliari della parte assistita – Sussistenza.

Viola i doveri di probità e correttezza l’avvocato che, in qualità di difensore di fiducia, si intrattenga nella abitazione del proprio assistito che vi si trovi agli arresti domiciliari al fine di ottenere un colloquio informale e non documentato con una persona informata sui fatti del procedimento, a nulla rilevando che i divieti delle prescrizioni applicate agli arresti domiciliari siano rivolti all’indagato e non al suo difensore, essendo evidente come in nessun caso l’avvocato può assecondare la violazione di norme di legge. (Accoglie parzialmente il ricorso avverso decisione C.d.O. di Vicenza, 19 dicembre 2005).

Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. MASCHERIN), sentenza del 17 dicembre 2008, n. 158

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 158 del 17 Dicembre 2008 (accoglie)
- Consiglio territoriale: COA Vicenza, delibera del 19 Dicembre 2005
Giurisprudenza CNF

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