Avvocato – Norme deontologiche – Dovere di correttezza e probità – Avvocato curatore dell’eredità giacente – trattenimento somme – Finta restituzione a mezzo assegni non onorati – Abuso dell’incarico – Omessi chiarimenti al C.d.O.

Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e probità a cui ciascun professionista è tenuto l’avvocato che nominato curatore dell’eredità giacente che abusi dell’incarico ricevuto, trattenga somme di spettanza dell’eredità fingendo successivamente di restituirne una parte a mezzo di emissione di assegni senza copertura, e che richiesto non dia chiarimenti al C.d.O. sul suo comportamento. (Nella specie è stata confermata la sanzione della cancellazione). (Rigetta il ricorso avverso decisione C.d.O. di Catania, 6 maggio 2003 – 10 aprile 2004).

Consiglio Nazionale Forense (pres. ALPA, rel. BIANCHI), sentenza del 21 febbraio 2005, n. 33

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 33 del 21 Febbraio 2005 (respinge) (cancellazione)
- Consiglio territoriale: COA Catania, delibera del 10 Aprile 2004 (cancellazione)
Giurisprudenza CNF

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