L’avvocato che in più circostanze trattenga somme di rilevante importo, ricevute per conto del cliente, pone in essere un comportamento che lede gravemente le regole della deontologia professionale. Ai fini dell’irrogazione della sanzione è altresì rilevante la circostanza, verificatasi nel caso di specie, della mancata prova dell’esecuzione del mandato professionale e dell’avvenuta restituzione delle somme ricevute in custodia per conto dei propri clienti (nel caso di specie il Consiglio nazionale forense ha ritenuto congrua la sanzione della cancellazione dall’albo, inflitta dal consiglio dell’ordine). (Rigetta ricorso avverso decisione C.d.O. di Palermo del 22 luglio 1993).
Consiglio Nazionale Forense (pres. Ricciardi, rel. Scassellati Sforzolini), sentenza del 27 dicembre 1994, n. 177
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 177 del 27 Dicembre 1994 (respinge) (cancellazione)- Consiglio territoriale: COA Palermo, delibera del 22 Luglio 1993 (cancellazione)
0 Comment