La mancata indicazione dei termini e dell’autorità alla quale ricorrere

La mancata indicazione dei termini e dell’autorità alla quale ricorrere (art. 3 L. 241/90) non comporta la nullità dell’atto, ma semmai la concessione del beneficio della rimessione in termini, qualora il ricorso sia proposto tardivamente ovvero dinanzi ad autorità non competente, mentre va dichiarato inammissibile per difetto di interesse qualora sia tempestivo o correttamente indirizzato […]

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Favor rei: il nuovo codice deontologico si applica retroattivamente, se più favorevole all’incolpato

La nuova disciplina codicistica si applica anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore (15 dicembre 2014), se più favorevole per l’incolpato, ai sensi dell’art. 65 L. n. 247/2012 (che ha esteso alle sanzioni disciplinari il canone penalistico del favor rei, in luogo del tempus regit actum applicato in precedenza […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Ai fini della sussistenza dell’illecito disciplinare, è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato e, quindi, sotto il profilo soggettivo, è sufficiente la “suitas” della condotta intesa come volontà consapevole dell’atto che si compie, dovendo la coscienza e volontà essere interpretata in rapporto alla possibilità di esercitare sul proprio comportamento un controllo finalistico e, quindi, dominarlo. […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l’eventuale inadeguatezza, incompletezza […]

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In ambito forense, l’asserita “scarsa rilevanza” del fatto non scrimina l’illecito deontologico

In àmbito forense non si applica, neppure in via analogica o estensiva, l’art. 3 bis del D.Lgs. n. 109/2006 previsto in tema di procedimento disciplinare a carico dei magistrati, secondo cui “l’illecito disciplinare non e’ configurabile quando il fatto è di scarsa rilevanza”, in quanto normativa ispirata ad altri principi e destinata a diversa categoria […]

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Rinuncia o revoca del mandato: fino al subentro del nuovo difensore, permane il dovere di informare l’ex cliente

L’avvocato che rinunci al mandato, fino a che non sia avvenuta la sostituzione del difensore deve comunque informare la parte assistita delle comunicazioni e notificazioni che dovessero pervenirgli relativamente al precedente incarico, al fine di evitare pregiudizi alla difesa (art. 32 ncdf, già art. 47 codice previgente). Tali principi sono validi anche per la revoca […]

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Produzione di corrispondenza riservata: l’illecito disciplinare sussiste anche se non ha influenzato il convincimento del giudice

La violazione dell’art. 48 cdf (divieto di produrre o riferire in giudizio la corrispondenza espressamente qualificata come riservata quale che ne sia il contenuto, nonché quella contenente proposte transattive scambiate con i colleghi a prescindere dalla suddetta clausola di riservatezza) costituisce illecito disciplinare, a nulla rilevando in contrario né l’errore di valutazione dell’incolpato sul contenuto […]

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La ratio del divieto di produrre la corrispondenza scambiata con il collega

La norma deontologica di cui all’art. 48 cdf (già art. 28 codice previgente) è dettata a salvaguardia del corretto svolgimento dell’attività professionale, con il fine di non consentire che leali rapporti tra colleghi potessero dar luogo a conseguenze negative nello svolgimento della funzione defensionale, specie allorché le comunicazioni ovvero le missive contengano ammissioni o consapevolezze […]

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La corrispondenza tra colleghi non producibile né riferibile in giudizio: presupposti e ratio

L’art. 48 cdf (già art. 28 codice previgente) vieta di produrre o riferire in giudizio la corrispondenza espressamente qualificata come riservata quale che ne sia il contenuto, nonché quella contenente proposte transattive scambiate con i colleghi a prescindere dalla suddetta clausola di riservatezza. Tale norma deontologica è dettata a salvaguardia del corretto svolgimento dell’attività professionale […]

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Il COA di Torre Annunziata chiede se un avvocato iscritto all’Albo tenuto dal Consiglio, che trasferisca la sua residenza in paese estero non appartenente alla UE, mantenendo un domicilio professionale nell’ambito circondariale di torre Annunziata possa: – rimanere iscritto all’albo degli Avvocati di Torre Annunziata e alla Cassa Forense; – continuare a patrocinare nei giudizi in cui è costituito; – assumere nuovi incarichi professionali.

La risposta è nei seguenti termini. L’art. 7 della legge professionale 247/2012 prevede, al comma 5 che: “Gli avvocati italiani, che esercitano la professione all’estero e che ivi hanno la loro residenza, mantengono l’iscrizione nell’albo del circondario del tribunale ove avevano l’ultimo domicilio in Italia. Resta fermo per gli avvocati di cui al presente comma […]

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