Il termine per la notifica della decisione disciplinare è ordinatorio

Il termine di 15 giorni indicato dall’art. 50 co 1 r.d.l. n.1578/1933 (ratione temporis applicabile) per il deposito o la notifica all’interessato della decisone del Consiglio dell’Ordine, ha natura ordinatoria e non perentoria, sicché il mancato rispetto di esso non determina né la nullità del provvedimento adottato né altra ipotesi di vizio del procedimento non […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Al fine di integrare l’illecito disciplinare sotto il profilo soggettivo è sufficiente l’elemento psicologico della suità della condotta inteso come volontà consapevole dell’atto che si compie, giacché ai fini dell’imputabilità dell’infrazione disciplinare non è necessaria la consapevolezza dell’illegittimità dell’azione, dolo generico e specifico, essendo sufficiente la volontarietà con la quale l’atto deontologicamente scorretto è stato […]

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AVVOCATO E PROCURATORE – ALBO – ISCRIZIONE Procedimento per l’iscrizione ex l. n. 247 del 2012 – Richiesta – Mancata pronuncia del Consiglio dell’Ordine nel termine di legge – Silenzio assenso come regolato dall’art. 20 l. n. 241 del 1990 – Applicabilità – Esclusione – Fondamento – Fattispecie.

L’istituto del silenzio assenso, previsto dall’art. 20 della l. n. 241 del 1990, non trova applicazione nel procedimento di iscrizione all’albo ordinario degli avvocati, come regolato dal nuovo ordinamento della professione forense di cui alla l. n. 247 del 2012, atteso che la legge professionale disegna sul punto un sistema speciale del tutto incompatibile con […]

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Illecito sollecitare l’adempimento con finto atto giudiziario

E’ contrario ai doveri di lealtà e correttezza il comportamento dell’avvocato che, al fine di accentuarne l’enfasi persuasiva, invii mediante raccomandata semplice alla propria controparte un sollecito di pagamento sotto forma apparente di atto giudiziario senza tuttavia possederne i requisiti, peraltro ivi addebitando al destinatario stesso anche inesistenti spese di notifica a mezzo ufficiale giudiziario. […]

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I doveri deontologici dell’avvocato-arbitro

Il codice deontologico forense (art. 61 cdf, già art. 55 codice previgente nonché art. 9 cdf, già art. 5 codice previgente) impone l’indipendenza e l’imparzialità dell’arbitro, senza distinzione tra arbitro rituale e irrituale, né di ruolo tra presidente e arbitro di parte, cosicché l’arbitro non soltanto deve essere indipendente e imparziale ma anche apparire tale, […]

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 ncdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive […]

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L’acquisizione di mandati alle liti non provenienti in modo diretto dai clienti ma da terzi

L’avvocato che assuma incarichi professionali tramite un terzo intermediario (nella specie, società di capitali), omettendo di instaurare con in suoi clienti un rapporto fiduciario, pone in essere un comportamento disciplinarmente rilevante perché lesivo del dovere di fiducia, al cui rispetto ogni professionista è tenuto nell’esercizio del proprio mandato. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Masi), […]

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Procedimento disciplinare: le norme speciali dell’ordinamento forense prevalgono sul cpc

Al ricorso proposto innanzi al Consiglio Nazionale Forense trova applicazione l’art. 59 R.D. n. 37/1934 che impone, a pena di inammissibilità, l’enunciazione specifica dei motivi sui quali l’impugnazione si fonda e non già la nuova disciplina dell’atto di appello (art. 342, 348 bis e ter cpc), né tantomeno il c.d. principio di autosufficienza, atteso che […]

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L’acquisizione di mandati alle liti non provenienti in modo diretto dai clienti ma da terzi

L’avvocato che assuma incarichi professionali tramite un terzo intermediario (nella specie, società di capitali), omettendo di instaurare con in suoi clienti un rapporto fiduciario, pone in essere un comportamento disciplinarmente rilevante perché lesivo del dovere di fiducia, al cui rispetto ogni professionista è tenuto nell’esercizio del proprio mandato. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Masi), […]

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