Il rapporto con i testimoni e le persone informate sui fatti

Vìola l’art. 6 del Codice Deontologico previgente (dovere di correttezza) l’avvocato che, prima di un’udienza nell’ambito del procedimento penale, esibisce a due testimoni il verbale delle sommarie informazioni dagli stessi rilasciate durante le indagini. Consiglio distrettuale di disciplina di Bologna (pres. Vecchi, rel. Brugioni), decisione n. 43 del 17 maggio 2019 Sanzione: AVVERTIMENTO

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Il COA di Vicenza chiede di sapere se possa rimanere iscritto nell’Elenco speciale l’avvocato dipendente di ente pubblico che assuma temporaneamente l’incarico di dirigere l’ufficio legale di altro ente territoriale.

L’articolo 23 della legge n. 247/12 dispone, tra l’altro, che requisito per l’iscrizione nell’Elenco speciale sia la trattazione stabile ed esclusiva degli affari dell’ente e che dalla delibera dell’ente “risulti la stabile costituzione di un ufficio legale con specifica attribuzione della trattazione degli affari legali dell’ente stesso e l’appartenenza a tale ufficio del professionista incaricato […]

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La potenziale rilevanza deontologica della vita privata: stalking punito anche in sede disciplinare

Vìola i doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 del Codice Deontologico vigente già art. 5 del Codice Deontologico previgente) e di comportarsi con correttezza e rispetto nei rapporti con i terzi (art. 63 del Codice Deontologico vigente già art. 56 del Codice Deontologico previgente) l’avvocato che reiteratamente effettua a terzi numerosissime telefonate dal […]

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Sospensione per l’avvocato che commette una rapina (anche se di modico valore economico)

Viola art. 5, canone 2 del Codice Deontologico previgente, l’avvocato che contravviene alla legge penale con comportamenti non colposi, sottraendo un prodotto di modesto valore all’interno di un ipermercato e per avere usato violenza al fine di assicurarsi l’impunità (nella specie, aveva sferrato una ginocchiata ai genitali di una guardia giurata ed una gomitata al […]

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Decesso della parte assistita e dovere deontologico di verità

Vìola l’art. 50, comma 5 del Codice Deontologico (dovere di verità) l’avvocato che omette di dichiarare, nell’atto introduttivo del giudizio, l’avvenuto decesso dell’attore, fatto suscettibile di essere assunto come presupposto di un provvedimento del Tribunale adito. Consiglio distrettuale di disciplina di Bologna (pres. di Francia, rel. Vecchi), decisione n. 49 del 3 giugno 2019 Sanzione: […]

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L’avvocato di Ente Pubblico non può svolgere attività professionale in favore di clienti terzi

Vìola i doveri di dignità, probità decoro e indipendenza (artt. 6 e 9 CDF) l’avvocato che svolge attività legale e forense a favore di soggetti terzi rispetto all’Istituto di cui è dipendente durante il rapporto di lavoro con lo stesso (ciò essendo iscritto all’Albo Speciale con le limitazioni in esso conseguenti). Consiglio distrettuale di disciplina […]

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La valutazione del CNF circa la rilevanza deontologica del fatto e la relativa sanzione disciplinare da applicare non è sindacabile in Cassazione

Non è consentito alle sezioni unite sindacare, sul piano del merito, le valutazioni del giudice disciplinare, dovendo la Corte limitarsi ad esprimere un giudizio sulla congruità, sulla adeguatezza e sull’assenza di vizi logici della motivazione che sorregge la decisione finale. Ne deriva che anche la determinazione della sanzione inflitta all’incolpato dal Consiglio nazionale forense non […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove non è sindacabile in Cassazione

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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Il COA di Locri chiede chiarimenti in merito all’incompatibilità tra iscrizione nell’Albo degli Avvocati e insegnamento di materie non giuridiche in istituti di istruzione e ricerca diversi da quelli tassativamente elencati all’articolo 19 della legge n. 247/12, con particolare riferimento a soggetti iscritti nell’Albo prima dell’entrata in vigore della suddetta legge.

Il quesito ricostruisce con precisione le norme del vigente ordinamento forense relative alla questione in oggetto, chiarendo che, in base all’art. 19, la professione è compatibile con l’insegnamento (o la ricerca) di materie giuridiche nelle università e nelle scuole secondarie, oltre che negli enti di ricerca. Viene poi riportata una recente pronuncia della Corte di […]

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