Compenso professionale: illecito indurre il cliente a firmare riconoscimenti di debiti inesistenti

Costituisce illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che induca il proprio assistito a sottoscrivere per accettazione un preventivo che stabilisca il compenso professionale a prescindere dall’effettiva attività svolta, all’uopo facendosi peraltro rilasciare un titolo di credito a garanzia per l’intero importo. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Calabrò), sentenza n. 146 del 6 dicembre 2019

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 cdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive […]

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La corroborazione istruttoria dei fatti denunciati dall’esponente

La versione dei fatti fornita dall’esponente può assumere valore di prova certa quando la stessa trovi riscontro con altri elementi obiettivi e documentali, ivi compresa la non contestazione dell’incolpato. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Calabrò), sentenza n. 146 del 6 dicembre 2019 NOTA: In senso conforme, tra le altre, Consiglio Nazionale Forense (pres. […]

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Illecito disciplinare a forma libera o “atipico”: la violazione dei doveri di probità, dignità e decoro non è esclusa dalla sanzionabilità

Il principio di stretta tipicità dell’illecito, proprio del diritto penale, non trova applicazione nella materia disciplinare forense, nell’ambito della quale non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, giacché il nuovo sistema deontologico forense -governato dall’insieme delle norme, primarie (artt. 3 c.3 – 17 c.1, e 51 c.1 della L. 247/2012) e secondarie (artt. […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro, esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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I COA di Asti, Massa Carrara e Palermo hanno sottoposto al CNF tre quesiti concernenti la compatibilità tra lo svolgimento dell’attività di “Navigator”, nuova figura prevista dalla legge nell’ambito della disciplina del Reddito di Cittadinanza (D.L. n. 4 del 2019, convertito con modificazioni dalla L. n. 26 del 2019), e l’esercizio della professione forense.

In relazione a tale quesito, occorre preliminarmente soffermarsi sul contenuto dell’attività che i Navigator saranno chiamati a svolgere e sul tipo di contratto che gli stessi dovranno sottoscrivere. Dall’avviso pubblico emesso dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, inerente alla procedura selettiva per il conferimento di n. 3.000 incarichi di Navigator, si evince, in […]

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Il CDD di Firenze formula quesito in merito alla possibilità per l’avvocato, consigliere dell’Ordine, di assumere la difesa di un collega dinanzi al Consiglio di disciplina del distretto al quale appartiene il Consiglio dell’Ordine del quale egli fa parte.

Nel sistema ordinamentale forense non è espressamente prevista l’impossibilità per il componente di un consiglio dell’ordine di assumere la difesa dinanzi al consiglio di disciplina del distretto al quale appartiene il consiglio dell’ordine del quale egli fa parte. Nella fattispecie vengono tuttavia in rilievo le prerogative dei consigli dell’ordine in tema di procedimento disciplinare sotto […]

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Il COA di Spoleto formula quesito sulle ricadute pratiche della sospensione dall’Albo disciplinata dall’art. 20 della legge professionale. In particolare, il COA chiede di sapere quali siano le conseguenze della sospensione in termini di obblighi deontologici, fiscali, previdenziali e di partecipazione.

La risposta è resa nei seguenti termini. Gli obblighi deontologici sorgono in capo all’avvocato in virtù della sola iscrizione all’Albo, la quale non viene meno nell’ipotesi di sospensione. Pacificamente, pertanto, l’avvocato sospeso resta soggetto alla potestà disciplinare, in relazione a violazioni deontologiche pregresse o a quelle che, seppur non direttamente legate all’esercizio della professione, possano […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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Lo jus superveniens non si applica alla prescrizione dell’azione disciplinare

In materia di sanzioni disciplinari a carico degli avvocati, l’art. 65, comma 5, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, nel prevedere, con riferimento alla nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, che le norme contenute nel nuovo codice deontologico si applicano anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore, se […]

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