Le sole (e mere) dichiarazioni dell’esponente non bastano a ritenere provato l’addebito

In ottemperanza ai più elementari principi che governano, sia nel procedimento civile che in quello penale, la ricerca della prova dei fatti dedotti nel procedimento, la sola accusa formulata dall’esponente, non suffragata, poi, da congrua documentazione e/o da dichiarazioni testimoniali rese da terzi disinteressati, è da ritenersi insufficiente al fine di comprovare la responsabilità dell’incolpato, […]

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In dubio pro reo: il principio di presunzione di non colpevolezza vale anche in sede disciplinare

Va accolto il ricorso avverso la decisione disciplinare del CDD allorquando la prova della violazione deontologica non si possa ritenere sufficientemente raggiunta, per mancanza di prove certe o per contraddittorietà delle stesse, giacché l’insufficienza di prova su un fatto induce a ritenere fondato un ragionevole dubbio sulla sussistenza della responsabilità dell’incolpato, che pertanto va prosciolto […]

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La mala gestio del denaro altrui prescinde dal dolo o dalla colpa

L’appropriazione sine titulo ovvero la mancata restituzione di somme di competenza delle parti assistite e comunque la mala gestio del denaro altrui costituisce illecito discilinare (art. 30 CDF), che prescinde dal dolo o dalla colpa, essendo sufficiente la volontarietà del comportamento, integrato dal mero fatto del trattenimento indebito della somma. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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Il COA di Massa Carrara chiede di sapere se sussistano profili di conflitto di interesse per l’avvocato che, dopo aver svolto l’incarico di amministratore di sostegno assuma, dopo la morte dell’amministrato, la difesa di uno dei suoi figli nella controversia ereditaria che questi intenda avviare nei confronti dei fratelli.

La risposta è resa nei termini seguenti.L’articolo 24, comma 1, del codice deontologico, dispone che “L’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale”. Il successivo terzo comma integra la previsione […]

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L’illecito disciplinare è indipendente dal verificarsi di un danno o dal suo risarcimento

In materia disciplinare, l’assenza o il risarcimento di un danno derivante da una condotta deontologicamente rilevante non ne fa venir meno l’illiceità (posto che il fine del procedimento disciplinare è quello di salvaguardare il decoro e la dignità dell’intera classe forense mediante la repressione di ogni condotta che sia contraria ai doveri imposti dalla legge), […]

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