La riformulazione dell’art. 360, n. 5), cod. proc. civ., disposta con l’art. 54, d.L 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modifìcazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134, secondo cui è deducibile esclusivamente l’«omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti», deve essere interpretata, alla luce dei canoni ermeneutici dettati dall’art. 12 disp. prel. cod civ., come riduzione al minimo costituzionale del sindacato sulla motivazione in sede di giudizio di legittimità, per cui l’anomalia motivazionale denunciabile in sede di legittimità è solo quella che si tramuta in violazione di legge costituzionalmente rilevante e attiene all’esistenza della motivazione in sé, come risulta dal testo della sentenza e prescindendo dal confronto con le risultanze processuali, e si esaurisce, con esclusione di alcuna rilevanza del difetto di “sufficienza”, nella “mancanza assoluta di motivi sotto l’aspetto materiale e grafico”, nella “motivazione apparente”, nel “contrasto irriducibile fra affermazioni inconciliabili”, nella “motivazione perplessa ed obiettivamente incomprensibile” (Nel caso di specie, la Corte, rilevato che il CNF aveva in realtà “adeguatamente motivato”, ha rigettato l’impugnazione).
Corte di Cassazione (pres. Manna, rel. Carrato), SS.UU, sentenza n. 23593 del 27 ottobre 2020
NOTA:
In senso conforme, tra le altre, Corte di Cassazione (pres. Tirelli, rel. Giusti), SS.UU, sentenza n. 34476 del 27 dicembre 2019, Corte di Cassazione (pres. Schirò Stefano, rel. Berrino Umberto), sentenza n. 13983 del 23 Maggio 2019, Corte di Cassazione (pres. Schirò Stefano, rel. Giusti Alberto), sentenza n. 5200 del 21 Febbraio 2019, Corte di Cassazione (pres. Spirito Angelo, rel. Doronzo Adriana), sentenza n. 2084 del 24 Gennaio 2019, Corte di Cassazione (pres. Mammone Giovanni, rel. Armano Uliana), sentenza n. 30868 del 29 Novembre 2018, Corte di Cassazione (pres. Schirò Stefano, rel. Cirillo Ettore), sentenza n. 19526 del 23 Luglio 2018, Corte di Cassazione (pres. Cappabianca Aurelio, rel. Perrino Angelina Maria), sentenza n. 9558 del 18 Aprile 2018, Corte di Cassazione (pres. Amoroso Giovanni, rel. Campanile Pietro), sentenza n. 8038 del 30 Marzo 2018, Corte di Cassazione (pres. Amoroso Giovanni, rel. Falaschi Milena), sentenza n. 31108 del 28 Dicembre 2017, Corte di Cassazione (pres. Amoroso Giovanni, rel. Falaschi Milena), sentenza n. 31108 del 28 Dicembre 2017, Corte di Cassazione (pres. Macioce Luigi, rel. Scrima Antonietta), sentenza n. 19163 del 02 Agosto 2017, Corte di Cassazione (pres. Canzio Giovanni, rel. Armano Uliana), sentenza n. 18984 del 31 Luglio 2017, Corte di Cassazione (pres. Canzio Giovanni), sentenza n. 16691 del 06 Luglio 2017, Corte di Cassazione (pres. Canzio Giovanni, rel. Travaglino Giacomo), sentenza n. 16690 del 06 Luglio 2017, Corte di Cassazione (pres. Rordorf Renato, rel. Tria Lucia), sentenza n. 13577 del 04 Luglio 2016, Corte di Cassazione (pres. Amoroso Giovanni, rel. Cirillo Ettore), ordinanza n. 9287 del 09 Maggio 2016, Corte di Cassazione (pres. Rovelli Luigi Antonio, rel. Di Palma Salvatore), sentenza n. 11294 del 01 Giugno 2015, Corte di Cassazione (pres. Rovelli Luigi Antonio, rel. Nobile Vittorio), sentenza n. 9032 del 18 Aprile 2014.
Classificazione
- Decisione: Corte di Cassazione, sentenza n. 23593 del 27 Ottobre 2020 (respinge)- Decisione correlata: Consiglio Nazionale Forense n. 148 del 06 Dicembre 2019
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