Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del COA

La mancanza di adeguata motivazione non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio dell’Ordine territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l’eventuale inadeguatezza, incompletezza e addirittura assenza […]

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Il principio del libero convincimento del giudice vale anche in sede disciplinare

In tema di valutazione delle deposizioni testimoniali nell’ambito del procedimento disciplinare dinanzi al Collegio territoriale, il Consiglio dell’Ordine ha un ampio potere discrezionale sia sulla valutazione dell’ammissibilità di una prova orale sia sulla interpretazione della stessa e sulla valutazione di attendibilità dei testimoni. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), sentenza del 16 aprile […]

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La rilevanza probatoria delle dichiarazioni dell’esponente

Le dichiarazioni dell’esponente possono assumere da soli valore di prova quando trovano riscontro in altri elementi obiettivi e documentali, e siano altresì esenti da lacune e vizi logici. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), sentenza del 16 aprile 2014, n. 65 NOTA: In senso conforme, tra le altre, Cons. Naz. Forense 25-02-2013, n. […]

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La mancata audizione dell’incolpando nella fase preliminare al procedimento disciplinare

Il diritto di difesa ex art. 24 Cost. non viene compromesso dalla mancata audizione dell’interessato nella fase delle indagini preliminari al procedimento disciplinare, atteso che la fase istruttoria delle indagini conoscitive non è indispensabile e la comunicazione e l’audizione dell’interessato vanno pertanto ritenute auspicabili, ma non obbligatorie. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), […]

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La delibera del COA che dispone l’apertura o la prosecuzione del procedimento disciplinare non è impugnabile al CNF

La deliberazione dei COA territoriali che dispone l’apertura o la prosecuzione del procedimento disciplinare non è immediatamente impugnabile innanzi al CNF, attesa la sua natura di atto endoprocedimentale, inidoneo -in quanto tale- ad incidere su alcuna situazione giuridica soggettiva dell’iscritto e quindi non riconducibile all’elenco tassativo degli atti scrutinabili dal Consiglio Nazionale in materia disciplinare, […]

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La provocazione non elide la rilevanza deontologica del comportamento deontologicamente rilevante

Nel procedimento disciplinare (che ha cause, svolgimento e fini ben diversi da quelli del procedimento penale), la provocazione non vale come esimente, ma può solo essere considerata come possibile attenuante ai fini della riduzione della sanzione. Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Pisano), sentenza del 16 aprile 2014, n. 64 NOTA: In senso conforme, tra […]

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Illecito tentare di screditare, con argomenti extra giuridici, il collega avversario

L’art. 29 cdf (ora, art. 42 ncdf) prevede il divieto di utilizzare in giudizio notizie relative alla persona del collega avversario se l’uso di tali notizie non sia necessario alla tutela di un diritto; “necessità” che peraltro non può consistere nel fine dell’accoglimento della domanda giudiziale del proprio assistito, che all’uopo è circostanza totalmente estranea […]

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Vietato assistere un coniuge contro l’altro dopo averli assistiti entrambi

L’art. 51, 1° c., cdf (ora art. 68 ncdf) costituisce una forma di tutela anticipata al mero pericolo derivante anche dalla sola teorica possibilità di conflitto di interessi (cd conflitto anche solo potenziale e non necessariamente effettivo e reale), di tal ché per il perfezionamento dell’illecito deontologico, non richiedendosi necessariamente l’utilizzo delle conoscenze acquisite attraverso […]

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Prescrizione disciplinare nel caso di trasmissione degli atti al COA da parte del giudice

Ove il comportamento disciplinarmente rilevante sia commesso nel corso di un processo, per l’individuazione del momento di consumazione dello stesso e quindi ai fini del dies a quo del relativo termine prescrizionale, non può aversi riguardo alla data di deposito della sentenza che, concludendo il processo medesimo, disponga la trasmissione degli atti al C.O.A. di […]

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L’interruzione della prescrizione dell’azione disciplinare

L’art. 51 del Rdl 1578/33 (ratione temporis applicabile) fissa in cinque anni il termine della prescrizione dell’azione disciplinare con decorrenza dal fatto disciplinarmente rilevante, derivando effetti interruttivi esclusivamente dall’apertura del procedimento disciplinare e dal compimento di specifici atti di impulso quale, ad esempio, la citazione a giudizio. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Picchioni), […]

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