Procedimento disciplinare: inammissibile la rideterminazione della (abrogata) cancellazione in via di “incidente di esecuzione”

Le funzioni esercitate in materia disciplinare dai Consigli dell’Ordine degli Avvocati, così come il relativo procedimento, hanno natura amministrativa e non giurisdizionale, sicché essi non hanno il potere di conoscere dell’esecuzione delle sanzioni irrogate nei confronti degli iscritti, non potendosi in senso contrario invocare l’art. 35 del Regolamento C.N.F. n. 2 del 2014, la cui […]

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I limiti al sindacato di Legittimità sulle sentenze CNF

Le decisioni del Consiglio Nazionale Forense in materia disciplinare sono impugnabili dinanzi alle Sezioni Unite della S.C, ai sensi dell’art. 56, comma 3, del r.d.l. n. 1578 del 1933, soltanto per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, nonché, ai sensi dell’art. 111 Cost., per vizio di motivazione, con la conseguenza che, salva l’ipotesi […]

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L’incolpato non ha il diritto (assoluto) di porre qualsivoglia domanda all’esponente sentito quale testimone

L’incolpato può assistere all’audizione dell’esponente come teste e, prendendo la parola per ultimo, può difendersi e contraddire in ordine a tutto quanto affermato dall’esponente stesso, al quale tuttavia egli non ha il diritto insindacabile di rivolgere qualsivoglia domanda, la cui ammissibilità, infatti,  è pur sempre soggetto al giudizio di rilevanza e pertinenza rimesso all’apprezzamento discrezionale del […]

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La riqualificazione del capo di incolpazione non vìola, di per sè, il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato

Per aversi violazione del principio di correlazione tra fatti contestati e quelli assunti a base della decisione, occorre una trasformazione radicale, nei suoi elementi essenziali, del fatto concreto, sì da pervenire ad un’incertezza sull’oggetto dell’addebito da cui scaturisca una reale violazione del principio del contraddittorio e dei diritti della difesa. Ne consegue che l’indagine volta […]

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I limiti al trattenimento delle somme pervenute dalla parte assistita o da terzi a rimborso delle spese sostenute o a titolo di pagamento dei propri onorari

All’avvocato non è consentito trattenere somme di competenze del cliente, neppure a titolo di compensazione con un proprio credito professionale in difetto del consenso (specifico e dettagliato quindi consapevole) del cliente, ovvero di una liquidazione operata con sentenza a carico della controparte, ovvero ancora di una richiesta di pagamento espressamente accettata dal cliente. Consiglio Nazionale […]

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Il COA di Pescara pone il quesito circa la necessità o meno di provvedere all’esecuzione delle sanzioni c.d. formali non soltanto mediante annotazione nel fascicolo personale dell’iscritto, ai sensi dell’art. 35, comma 3, Reg. CNF n. 2/14, ma anche a mezzo invio al condannato di una lettera del Presidente del COA che espliciti i contenuti di legge di dette pene disciplinari.

Il quesito si sostanzia in una richiesta di verificare l’opportunità di far luogo ad una modifica del regolamento n. 2/2014 prevedendo che attraverso l’invio di una lettera firmata dal presidente del C.O.A. si esplicitino la natura e le conseguenze della pena disciplinare non ablativa inflitta dal C.D.D. La notifica della decisione disciplinare comporta conoscenza legale […]

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Il COA di Roma chiede se, ai sensi dell’art. 2 c. 3, lett. b) della L. 247/2012, il quale prevede la possibilità di iscrizione all’Albo degli avvocati per i professori universitari di ruolo dopo cinque anni di insegnamento di materie giuridiche, al fine del computo del predetto termine possa essere valutato il periodo svolto quale ricercatore assunto a tempo indeterminato in materie giuridiche.

La risposta è nei seguenti termini. Il comma 3, lett. b) dell’art. 2 della L. 247/2012 è norma eccezionale, insuscettibile quindi di interpretazione estensiva. Il servizio di insegnamento richiesto dalla disposizione in esame per l’iscrizione dei professori di ruolo all’Albo professionale dev’essere quindi prestato con siffatta qualifica. Consiglio nazionale forense (rel. Salazar), parere del 23 […]

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Il COA di Roma chiede se è possibile equiparare, ai fini della pratica forense, anche alla luce della L. 247/2012, art. 41 e del D.M. 70/2016, il diploma di specializzazione per le professioni legali al dottorato di ricerca in materie giuridiche con sostituzione, quindi, di un anno della pratica forense con il conseguimento del titolo di dottore di ricerca.

La risposta e nei seguenti termini. Il comma 9 dell’art. 41 della L. 247/2013 dispone che il diploma conseguito presso le scuole di specializzazione per le professioni legali, di cui all’art. 16 del decreto legislativo 17 novembre 1997, n. 398 e successive modificazioni, è valutato ai fini del compimento del tirocinio per l’accesso alla professione […]

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Corrispondenza tra addebito contestato e pronuncia disciplinare: il divieto di decisioni a sorpresa

La difformità tra contestato e pronunziato si verifica nelle ipotesi di c.d. “decisione a sorpresa”, ovvero allorchè la sussistenza della violazione deontologica venga riconosciuta per fatto diverso da quello di cui alla contestazione e, dunque, la modificazione vada al di là della semplice diversa qualificazione giuridica di un medesimo fatto, di talché la condotta oggetto […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro, esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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