Il COA di Vasto formula quesito in merito all’esecuzione di sentenza con la quale il Consiglio nazionale forense abbia irrogato la sanzione della radiazione dall’Albo. In particolare, il COA chiede di sapere se osti all’adempimento amministrativo conseguente alla radiazione – consistente nell’eliminazione del nominativo del condannato dall’Albo – il divieto di cancellazione in pendenza di procedimento disciplinare disposto dagli artt. 57 e 17, comma 16 della legge n. 247/12.

La risposta è resa nei seguenti termini. Le sentenze del Consiglio nazionale forense sono immediatamente esecutive (salva la sospensione eventualmente disposta dalle SSUU): pertanto ad esse il COA deve dare tempestiva esecuzione. Ne consegue che, nel caso di radiazione pronunciata dal Consiglio nazionale forense, il COA deve provvedere ad eliminare il nominativo del condannato dall’Albo, […]

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Il COA di Ferrara formula quesito in merito all’interpretazione dell’art. 48 del Codice deontologico. In particolare, il COA chiede di sapere se le eccezioni al divieto di produzione della corrispondenza previste dall’art. 48, comma 2, del Codice possano essere estese al rapporto con il cliente.

La risposta è resa nei termini che seguono. L’art. 48 del Codice deontologico, non a caso collocato nel Titolo IV (relativo ai doveri dell’avvocato nel processo), disciplina l’utilizzo in giudizio della corrispondenza tra colleghi. Ivi sono enunciate, in via generale, le ipotesi di producibilità e quelle di non producibilità; i divieti e le relative deroghe, […]

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Procedimento disciplinare: l’interruzione della prescrizione in sede amministrativa e giurisdizionale

L’interruzione della prescrizione dell’azione disciplinare è diversamente disciplinata nei due distinti procedimenti del giudizio disciplinare: nel procedimento amministrativo trova applicazione l’art. 2945, primo comma cod. civ., secondo cui per effetto e dal momento dell’interruzione s’inizia un nuovo periodo di prescrizione; nella fase giurisdizionale davanti al Consiglio Nazionale Forense opera invece il principio dell’effetto interruttivo permanente […]

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I doveri deontologici dell’avvocato-arbitro

Il codice deontologico forense (art. 61 cdf, già art. 55 codice previgente nonché art. 9 cdf, già art. 5 codice previgente) impone l’indipendenza e l’imparzialità dell’arbitro, senza distinzione tra arbitro rituale e irrituale, né di ruolo tra presidente e arbitro di parte, cosicché l’arbitro non soltanto deve essere indipendente e imparziale ma anche apparire tale, […]

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I fondamentali principi della deontologia

I concetti di probità, dignità e decoro costituiscono doveri generali e concetti “faro”, a cui si ispira ogni regola deontologica, giacché essi rappresentano le necessarie premesse per l’agire degli avvocati, anche al di fuori dell’esercizio della professione, cioè pure nell’ambito della vita privata, in quanto mirano a tutelare l’affidamento che la collettività ripone nella figura […]

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L’omessa motivazione circa i criteri per la scelta e la quantificazione della sanzione disciplinare irrogata

La mancata indicazione, da parte del Consiglio territoriale, dei criteri per la scelta e la quantificazione della sanzione irrogata, non integra alcuna nullità della decisione, non sussistendo uno specifico obbligo motivazionale, ma esclusivamente un criterio di adeguatezza, in relazione all’offesa alla dignità e al decoro della classe professionale che dal comportamento riconosciuto possano derivare. In […]

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L’omessa o tardiva fatturazione di compensi percepiti

L’avvocato ha l’obbligo, sanzionato dagli artt. 16 e 29 codice deontologico (già art. 15 cod. prev.), di emettere fattura tempestivamente e contestualmente alla riscossione dei compensi, restando irrilevante l’eventuale ritardo nell’adempimento in parola, non preso in considerazione dal codice deontologico. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Geraci), sentenza n. 145 del 6 dicembre 2019

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Sospensione per l’avvocato che accetti il mandato professionale in cambio di prestazioni sessuali

I doveri di probità, dignità, decoro, lealtà e correttezza debbono essere rispettati dall’avvocato sempre, nell’esercizio ma anche al di fuori dell’attività professionale. Conseguentemente, viola i principi cardine della deontologia l’avvocato che subordini l’effettività e l’efficacia del proprio impegno professionale alla prestazione sessuale in suo favore del cliente, in quanto è di estrema gravità la confusione […]

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La (potenziale) rilevanza deontologica della vita privata del professionista

Deve ritenersi disciplinarmente responsabile l’avvocato per le condotte che, pur non riguardando strictu sensu l’esercizio della professione, ledano comunque gli elementari doveri di probità, dignità e decoro e, riflettendosi negativamente sull’attività professionale, compromettono l’immagine dell’avvocatura quale entità astratta con contestuale perdita di credibilità della categoria. La violazione deontologica, peraltro, sussiste anche a prescindere dalla notorietà […]

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Impugnazione al CNF: la procura alle liti su foglio separato o rilasciata successivamente alla proposizione del ricorso

Nel giudizio dinanzi al CNF, l’incolpato può difendersi personalmente, purché iscritto nell’albo professionale ed in possesso dello ius postulandi, ovvero farsi assistere da altro avvocato, purché iscritto all’albo dei patrocinanti davanti alle Giurisdizioni Superiori e munito di procura speciale, che in quanto tale deve essere successiva alla decisione territoriale impugnata. Non è invece necessario, ai […]

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