La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Al fine di integrare l’illecito disciplinare sotto il profilo soggettivo è sufficiente l’elemento psicologico della suità della condotta inteso come volontà consapevole dell’atto che si compie, giacché ai fini dell’imputabilità dell’infrazione disciplinare non è necessaria la consapevolezza dell’illegittimità dell’azione, dolo generico e specifico, essendo sufficiente la volontarietà con la quale l’atto deontologicamente scorretto è stato […]

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Procedimento disciplinare: la mancata convocazione dell’incolpato determina la nullità della decisione disciplinare

Nella fase dell’istruttoria pre-procedimentale non sussiste l’obbligo del CDD di convocare l’iscritto attinto da notizia di illecito disciplinare, ma una volta instaurato il procedimento disciplinare, con l’approvazione e comunicazione del capo di incolpazione, la convocazione diviene obbligatoria (art. 59 L. n. 247/2012, art. 17 Reg. CNF n. 2/2014) in mancanza della quale il procedimento dovrà […]

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[IMPORTANTE] L’interruzione della prescrizione intervenuta entro l’anno dall’originario dies a quo NON riduce a 5 anni il termine sessennale di prescrizione

In tema di prescrizione dell’azione disciplinare (art. 56 L. n. 247/2012), l’ordinario termine sessennale (comma 1) NON si contrae fino a cinque allorché il primo atto interruttivo (comunicazione della notizia di illecito) intervenga entro l’anno dall’originario dies a quo (comma 3). Infatti, l’istituto della interruzione ha notoriamente la funzione di prolungare il termine prescrizionale originario […]

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[IMPORTANTE] L’interruzione della prescrizione intervenuta entro l’anno dall’originario dies a quo NON riduce a 5 anni il termine sessennale di prescrizione

In tema di prescrizione dell’azione disciplinare (art. 56 L. n. 247/2012), l’ordinario termine sessennale (comma 1) NON si contrae fino a cinque allorché il primo atto interruttivo (comunicazione della notizia di illecito) intervenga entro l’anno dall’originario dies a quo (comma 3). Infatti, l’istituto della interruzione ha notoriamente la funzione di prolungare il termine prescrizionale originario […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze chiede: 1) “una definizione chiara e univoca delle Scuole e dei Corsi di alta formazione la cui frequenza consente il mantenimento del titolo di specialista in modo da consentirne l’attivazione o, comunque, in modo da fornire agli avvocati che ne stanno facendo richiesta indicazioni corrette sul mantenimento del titolo”; 2) “se si possa considerare ai fini del mantenimento del titolo di specialista, nel corso del triennio, come alternativa – anno per anno – la partecipazione ai corsi di alta formazione (secondo le modalità che saranno definite) e la trattazione di incarichi professionali nella misura minima prevista.”; 3) “se possa considerarsi effettivamente necessario … richiedere l’espressa precisazione all’interno della autodichiarazione “di aver provveduto all’informativa scritta ai Clienti” in quanto tale dichiarazione parrebbe in contrasto con l’anonimizzazione dei dati richiesta e comporterebbe per l’avvocato dichiarante, una ulteriore complessa attività”.

Con riguardo al primo quesito, si ritiene che la definizione di scuole e corsi di alta formazione debba mutuare la medesima definizione accolta dalle Linee Guida per la Formazione specialistica degli avvocati emanate dalla commissione permanente di cui all’art. 7, comma 2, del decreto del Ministro della giustizia 12 agosto 2015, n. 144, modificato dal […]

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L’invio tardivo del Mod. 5 fa venir meno la sospensione amministrativa ma non scrimina l’illecito deontologico

Il mancato invio del Mod. 5 a Cassa forense comporta la sospensione (non disciplinare) dell’iscritto a tempo indeterminato da parte del Consiglio dell’Ordine (art. 17, co. 5, L. n. 576/1980), ferma restando l’autonoma e ulteriore rilevanza deontologica del comportamento stesso (art. 70 cdf). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Palma), sentenza n. 444 del […]

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La rilevanza (anche) deontologica del coinvolgimento dell’avvocato in reati di bancarotta

Costituisce grave (ancorché atipico) illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato condannato per bancarotta (nella specie 6 anni di reclusione), in violazione dei principi di lealtà, correttezza, probità e dignità (art. 9 cdf) e conseguente lesione della immagine della avvocatura quale inevitabile ricaduta del comportamento stesso. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. Gagliano), sentenza n. 443 […]

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Avvocato integrato: l’abilitazione estera al patrocinio dinanzi alle Giurisdizioni Superiori non vale in Italia

In difetto di iscrizione dell’apposito albo speciale, l’avvocato c.d. integrato, cioè già stabilito e quindi iscritto all’albo ordinario a seguito di dispensa della prova attitudinale (art. 12 D.Lgs. n. 96/2001), non può patrocinare dinanzi alle Giurisdizioni Superiori sol perché abilitato a tale patrocinio nel Paese UE di origine, giacché il possesso del titolo italiano e […]

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