E’ contrario ai doveri di lealtà e correttezza introdurre artatamente estranei ad una riunione con un collega, mentendo sull’identità del terzo stesso (Nel caso di specie, l’avvocato aveva fatto partecipare all’incontro una grafologa, presentandola come praticante di studio). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Del Paggio, rel. Tinelli), sentenza n. 45 del 27 maggio 2020