L’avvocato non deve agevolare l’esercizio abusivo della professione da parte di terzi

Costituisce illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che agevoli o, in qualsiasi altro modo diretto o indiretto, renda possibile a soggetti non abilitati l’esercizio abusivo dell’attività di avvocato o comunque consenta che tali soggetti ne possano ricavare benefici economici (Nel caso di specie, il professionista aveva delegato un praticante semplice a sostituirlo in un’udienza di divorzio […]

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Illecito disciplinare: ignorantia legis non excusat (soprattutto il giurisperito)

In tema di responsabilità disciplinare dell’avvocato, la «coscienza e volontà delle azioni o omissioni» di cui all’art. 4 del nuovo Codice Deontologico consistono nel dominio anche solo potenziale dell’azione o omissione, che possa essere impedita con uno sforzo del volere e sia quindi attribuibile alla volontà del soggetto. Il che fonda la presunzione di colpa […]

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Elemento soggettivo dell’illecito: anche la colpa (e non solo il dolo) è fonte di responsabilità disciplinare

Per l’imputabilità dell’infrazione disciplinare non è necessaria la consapevolezza dell’illegittimità dell’azione, dolo generico o specifico, ma è sufficiente la volontarietà con la quale è stato compiuto l’atto deontologicamente scorretto, a nulla rilevando la ritenuta sussistenza da parte del professionista di una causa di giustificazione o non punibilità. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Di Maggio), […]

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Il COA di Campobasso formula quesito in merito all’interpretazione dell’articolo 7 della legge n. 53/1994, in materia di autorizzazione alle notificazioni in proprio. In particolare, chiede di sapere se le cause ostative ivi previste – e cioè l’assenza di procedimenti disciplinari pendenti e l’irrogazione di sanzioni interdittive – debbano essere interpretati come cumulativi ovvero alternativi.

La risposta è resa nei termini seguenti. I requisiti vanno intesi, con ogni evidenza, come alternativi. Pertanto, sia la pendenza di procedimenti disciplinari che l’aver riportato sanzioni interdittive ostano – alternativamente – all’autorizzazione in parola. Si conferma, sul punto, il parere n. 16 del 2020, che si riporta integralmente per maggiore comodità: Il COA di […]

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Il COA di Modena chiede di sapere se l’assunzione a tempo determinato presso l’Ufficio del processo comporti il divieto di esercizio della professione forense sull’intero territorio nazionale e se, in caso, di risposta affermativa, possa procedersi alla sospensione dell’iscritto.

Al quesito ha fornito risposta l’articolo 33, comma 2, del decreto legge n. 17/2022 che – a sua volta – ha modificato l’articolo 11 del decreto legge n. 80/2021, disponendo che l’assunzione “configura causa di incompatibilità con l’esercizio della professione forense e comporta la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale per tutta la durata del rapporto di […]

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Il COA di Campobasso chiede di sapere se l’avvocato sospeso volontariamente ex art. 20 della legge n. 247/12 possa richiedere al COA parere di congruità su parcella relativa a prestazione rese antecedentemente alla sospensione.

La risposta va resa in termini positivi. Il parere di congruità, ai sensi dell’articolo 13, comma 9, può essere richiesto dall’iscritto in caso di controversia con il cliente. La richiesta si lega dunque alla prestazione resa, in relazione alla quale sia sorto conflitto con il cliente: conflitto che, evidentemente, può sorgere anche successivamente alla sospensione […]

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Il COA di Milano chiede di sapere se possa ancora applicarsi al professionista dapprima attinto dalla misura della sospensione cautelare e successivamente radiato (nel vigore del nuovo ordinamento professionale), la disposizione di cui all’articolo 47 del R.D. n. 1578/33, a mente del quale il termine di cinque anni per la reiscrizione a seguito di radiazione “decorrerà, nel caso in cui il professionista sia stato sottoposto a sospensione cautelare, dalla data di sospensione”.

La materia è ora disciplinata dall’articolo 62, comma 10 della legge n. 247/12, a mente del quale: “il professionista radiato può chiedere di essere nuovamente iscritto decorsi cinque anni dall’esecutività del provvedimento sanzionatorio, ma non oltre un anno successivamente alla scadenza di tale termine”. Se ne desume la tacita abrogazione dell’articolo 47 del R.D. n. […]

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Prescrizione dell’azione disciplinare e procedimento penale: la pronuncia di estinzione del reato

In tema di procedimento disciplinare derivante da fatti costituenti reato per cui sia iniziata un’azione penale, il termine di prescrizione decorre dal passaggio in giudicato della sentenza penale, a prescindere dalle formule terminative del procedimento penale stesso che non siano di proscioglimento perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso Consiglio […]

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Illecito disciplinare costituente anche reato: la prescrizione decorre dal giudicato penale solo se questa non sia già maturata al momento dell’esercizio dell’azione penale ovvero della formulazione dell’imputazione

Agli effetti della prescrizione dell’azione disciplinare, occorre distinguere il caso in cui il procedimento disciplinare tragga origine da fatti punibili solo in tale sede, in quanto violino esclusivamente i doveri di probità, correttezza e dirittura professionale, dal caso in cui il procedimento disciplinare abbia luogo per fatti costituenti anche reato e per i quali sia […]

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