Il divieto di impugnazione della transazione non riguarda l’avvocato estraneo alla stipula dell’accordo stesso

Il divieto di impugnazione della transazione ex art. 44 cdf presuppone che l’avvocato abbia partecipato all’accordo stesso assistendo il cliente nella stipula del negozio, sicché la norma de qua non trova applicazione nel (diverso) caso in cui l’impugnazione sia proposta mediante difensore del tutto estraneo alla precedente stipula. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Consales, rel. […]

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La contestazione dell’addebito disciplinare non deve necessariamente indicare le norme deontologiche violate

Al fine di garantire il diritto di difesa dell’incolpato (costituente il parametro di valutazione della legittimità del procedimento disciplinare in ossequio ai principi generali di buon andamento e di trasparenza dell’attività amministrativa), necessaria e sufficiente è una chiara ed esaustiva contestazione dei fatti addebitati, non assumendo, invece, rilievo la mancata indicazione delle norme violate, spettando […]

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L’avvocato non deve intrattenersi con testimoni o persone informate sui fatti al fine di conseguire deposizioni compiacenti

È indubbio che sia consentito all’avvocato di concordare con il proprio assistito la strategia difensiva e, quindi, anche il contenuto delle dichiarazioni che detto suo assistito deve rendere agli inquirenti, ma è altrettanto indubbio che egli non può intrattenersi con la parte (priva di difensore) offesa dal reato per la cui avvenuta commissione è indagato […]

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La rimessione in termini nei procedimenti forensi

L’istituto della rimessione in termini (art. 153 co. 2 cpc, già art. 184 bis cpc) ha una connotazione di carattere generale e, come tale, trova in astratto applicazione anche nei procedimenti forensi, ricorrendone i presupposti, ovvero una causa di forza maggiore o caso fortuito, giacché il concetto di non imputabilità deve presentare il carattere dell’assolutezza, non essendo […]

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