I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti, della gravità dei comportamenti contestati, violativi dei doveri di probità, dignità e decoro sia nell’espletamento dell’attività professionale che nella dimensione privata. A tal fine, può aversi riguardo, per un suo eventuale inasprimento, alla gravità […]

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Decisione disciplinare: superfluo confutare tutte le contrarie questioni rigettate

E’ valida la decisione disciplinare che abbia una motivazione, seppur sintetica, congrua e corretta, tale da far individuare l’iter logico seguito dall’organo giudicante, senza che sia necessario a tal fine un particolareggiato esame e una specifica confutazione di tutte le questioni sollevate, né una precisa esposizione di tutte le fonti di prova. Consiglio Nazionale Forense […]

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Partecipazione dell’avvocato alla Commissione per l’esame da avvocato: all’elettorato passivo del CPO non si applicano le cause di ineleggibilità previste per il COA

Il diritto di elettorato passivo ha valenza e rilevo costituzionale, di tal che la sua attenuazione può ritenersi legittima e ragionevole solo laddove essa trovi esplicita e tassativa previsione in fonte primaria. Conseguentemente, l’ineleggibilità disposta dall’art. 47 co. 6 L. n. 247/2012 (secondo cui “Gli avvocati componenti della commissione (d’esame) non possono essere eletti quali […]

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Elezioni forensi: il Regolamento COA non può stabilire condizioni di procedibilità al reclamo giurisdizionale al CNF

Va disapplicata l’eventuale disposizione regolamentare del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che, contro i risultati delle elezioni forensi (nella specie, del CPO), prevedesse l’impugnazione preliminare avanti al COA stesso, giacché – se applicata – impedirebbe al legittimo interessato di adire tempestivamente il giudice naturale secondo gli ordinari meccanismi di reazione giurisdizionale (art. 36 L. n. 247/2012). […]

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Procedimento disciplinare: l’astensione e la ricusazione di un componente della Sezione CDD determinano l’inutilizzabilità dei precedenti atti compiuti in dibattimento

A seguito dell’astensione di un componente della Sezione o del provvedimento che accoglie la sua ricusazione, è necessario che il CDD dichiari l’inefficacia e l’inutilizzabilità degli atti eventualmente compiuti precedentemente dalla Sezione della quale era componente il membro ricusato/astenuto (art. 9 co. 2 Reg. CNF n. 2/2014). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. Cassi), […]

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Concorso di illeciti deontologici: la sanzione disciplinare è comunque unica

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 cdf, nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, che non potrà se non essere l’unica nell’ambito dello stesso procedimento, nonostante siano state molteplici le […]

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Un cistite non giustifica il rinvio dell’udienza disciplinare per legittimo impedimento

In applicazione dell’art. 420 ter cpp in combinato disposto con l’art. 59 lett. n) della L. n. 247/2012, l’assenza dell’incolpato o del suo difensore all’udienza dibattimentale comporta il necessario rinvio qualora sia comprovata l’assoluta impossibilità a comparire per caso fortuito, forza maggiore o altro legittimo impedimento, specifico e documentato ed avente carattere assoluto. In particolare, […]

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La falsificazione di una transazione costituisce grave illecito deontologico

Costituisce grave illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, in violazione degli artt. 9 e 50 cdf, confezioni un atto di transazione falso, spacciandolo per vero. Consiglio Nazionale Forense (pres. Greco, rel. Angelini), sentenza n. 421 del 15 novembre 2024 NOTA:In senso conforme, specificamente riferita alla falsità di una transazione, cfr. CNF n. 70/2021.Analogamente, per la […]

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Inadempimento del mandato e mancate o false informazioni al cliente

Viene meno ai doveri di diligenza, dignità, correttezza e decoro della professione forense l’avvocato che non dia corso al mandato ricevuto (art. 26 cdf) e dia false rassicurazioni al cliente sullo stato della pratica (art. 27 cdf), trattandosi di comportamenti censurabili che compromettono la credibilità e il ruolo dell’avvocatura e minano l’affidamento dei terzi. Consiglio […]

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