Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano richiede “se, in sede di scrutinio della domanda di costituzione di una STA, pur sussistendo tutti i requisiti formali previsti dall’art. 4-bis L. 247/2012, il Consiglio dell’Ordine possa respingere la domanda di iscrizione riscontrando, sulla scorta della consultazione dei documenti allegati all’istanza o di fonti aperte, la possibilità che l’operatività della STA integri la violazione di norme deontologiche (quali, a titolo esemplificativo, il rischio di accaparramento di clientela o di violazione del dovere d’indipendenza ed imparzialità del socio professionista)”.

Onde dare compiuto riscontro al suddetto quesito, sono opportune alcune premesse. Innanzitutto, lo scrutinio del Consiglio dell’Ordine rileva in sede di iscrizione della STA nell’albo speciale e non di costituzione della stessa; tali ultime verifiche, infatti, sono quelle proprie del notaio rogante e degli organi del registro delle imprese.Fermo quanto innanzi, è noto che l’art. […]

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L’assoluzione penale con formula piena vincola il giudice della deontologia

La sentenza penale irrevocabile di assoluzione, pronunciata con la formula che il fatto non sussiste o che l’imputato non lo ha commesso, comporta l’esclusione del verificarsi del fatto storico di cui alla fattispecie incriminatrice: da tale pronuncia consegue il proscioglimento dell’incolpato in sede disciplinare allorché anche questo verta su quei medesimi fatti, ditalché debba escludersi […]

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La prescrizione disciplinare non può essere interrotta per più di 7 anni e mezzo

Ai sensi dell’art. 56 L. n. 247/2012, l’azione disciplinare si prescrive nel termine di sei anni (comma 1), che decorre dalla commissione del fatto o dalla cessazione della sua permanenza; l’interruzione della prescrizione fa decorrere un nuovo termine di cinque anni (comma 3), ma in nessun caso il termine prescrizionale complessivo può essere superiore a […]

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L’omessa restituzione di documenti al cliente costituisce illecito permanente

Ai fini della prescrizione dell’azione disciplinare, la violazione dell’art. 33 cdf costituisce illecito deontologico permanente, il cui relativo dies a quo prescrizionale va individuato nel momento cui il professionista ponga fine all’omissione, ovvero effettui il comportamento positivo dovuto, oppure – sollecitato in tal senso – opponga il rifiuto affermando l’asserita legittimità del proprio contegno, con […]

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Il COA di Caltanissetta formula quesito in merito alla compatibilità con l’esercizio della professione forense della carica di “responsabile del processo di analisi dei fabbisogni” di una società, già assistita dall’iscritto in vicende stragiudiziali, in relazione alla domanda di accreditamento della stessa quale organismo di formazione ai sensi della normativa regionale siciliana. Si precisa nel quesito che, tra i requisiti per lo svolgimento della predetta carica, rientra la laurea in materie giuridiche.

Alla fattispecie si applica l’articolo 18 e, in particolare, le lettere a), c) e d). Valuti pertanto il COA se, alla luce dell’attività concretamente svolta e della forma assunta dall’incarico possano essere integrate le fattispecie di incompatibilità per esercizio di lavoro autonomo non compatibile, ovvero di lavoro subordinato, ovvero ancora di assunzione di carica sociale […]

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La sanzione disciplinare è unica anche quando siano contestati più addebiti nell’ambito del medesimo procedimento

La sanzione nel procedimento disciplinare rappresenta il frutto di un giudizio complessivo sulla condotta dell’incolpato, cui va irrogata una pena unica che non è conseguenza di una somma delle sanzioni relative alle singole violazioni. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Pizzuto), sentenza n. 293 del 5 luglio 2024

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Dosimetria della sanzione: le principali cause attenuanti

Per la giusta dosimetria della sanzione, e in particolare ai fini di un’eventuale mitigazione della stessa, tra le altre cose rilevano il grado non particolarmente elevato della colpa e l’assenza di dolo o intento fraudolento, la correttezza del comportamento precedente e successivo ai fatti, le vicende personali e professionali dell’incolpato nel periodo considerato, la ridotta […]

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Prescrizione disciplinare: il mancato o tardivo compimento di un atto entro il relativo termine perentorio costituisce illecito omissivo ad effetto istantaneo

La tardiva o mancata proposizione di un atto da compiersi necessariamente entro termini perentori (ad es., appello, deposito di memoria, invio di messa in mora ai fini di evitare decadenze o prescrizioni, ecc.) ha rilievo deontologico quando derivi da non scusabile e rilevante trascuratezza degli interessi della parte assistita. Trattasi, in particolare, di illecito omissivo […]

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Il COA di Mantova chiede di sapere se l’articolo 15, comma 2, lett. a) del regolamento n. 6/2014 (Formazione continua) – il quale esonera dall’obbligo formativo gli iscritti “che si trovino in una situazione di impedimento determinato da: a) gravidanza, parto, adempimento da parte dell’uomo o della donna di doveri collegati alla paternità o alla maternità in presenza di figli minori” – possa applicarsi agli iscritti autorizzati all’esercizio dell’istruzione parentale, prevista dal d. lgs. n. 297/1994 e dal d. lgs. n. 62/2017 e, in caso di risposta affermativa, quale sia l’anno di riferimento (se quello in cui è stata ottenuta l’autorizzazione o quello in cui il minore abbia attestato, con il superamento di un esame, l’avvenuta frequenza del programma di istruzione parentale).

L’autorizzazione all’istruzione parentale – ove seguita, beninteso, dall’effettivo svolgimento di compiti di istruzione dei figli – costituisce senz’altro un “dovere” collegato alla paternità o alla maternità, in presenza di figli minori. Lo stesso rientra quindi nella fattispecie di cui all’articolo 15, comma 2, lett. a) e, ai sensi dell’articolo 15, comma 4, il relativo esonero […]

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Il giudice della deontologia non ha l’obbligo di confutare esplicitamente tutte le tesi ed emergenze istruttorie non accolte

Anche in tema di procedimento disciplinare a carico degli avvocati, il giudice non ha l’obbligo di confutare esplicitamente le tesi non accolte né di effettuare una particolareggiata disamina degli elementi di giudizio non ritenuti significativi, essendo sufficiente a soddisfare l’esigenza di adeguata motivazione che il raggiunto convincimento risulti da un esame logico e coerente, non […]

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