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- Radiazione per l’avvocato che favoreggi o sfrutti la prostituzioneCostituisce (anche) grave illecito disciplinare, meritevole della massima sanzione disciplinare perché lede i principi di dignità, probità e decoro (art. 9 cdf) con conseguente pregiudizio per l’immagine e la dignità dell’intero ceto forense, il comportamento dell’avvocato diretto al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, nonché al riciclaggio e all’usura (Nel caso di specie, in applicazione… Leggi tutto: Radiazione per l’avvocato che favoreggi o sfrutti la prostituzione
- Procedimento disciplinare: una difesa dilatoria, pretestuosa ed ostruzionistica dell’incolpato rileva ai fini della dosimetria della sanzioneIn tema di procedimento disciplinare, un atteggiamento palesemente dilatorio e pervicacemente pretestuoso ovvero ostruzionistico dell’incolpato, che però non costituisca manifestazione del diritto di difesa, sono indice della propria inadeguatezza a recepire correttamente i canoni deontologici e la loro portata sicché -quale valutazione del comportamento rilevante ex art. 21 cdf- escludono una possibile attenuazione della sanzione… Leggi tutto: Procedimento disciplinare: una difesa dilatoria, pretestuosa ed ostruzionistica dell’incolpato rileva ai fini della dosimetria della sanzione
- L’omesso o tardivo deposito di atti processualiPone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che, in difetto di strategia difensiva d’accordo col cliente, ometta di depositare atti giudiziari nei termini processuali per non scusabile e rilevante trascuratezza (Nel caso di specie, l’avvocato aveva omesso di depositare gli atti conclusivi di un giudizio). Consiglio Nazionale Forense (pres. Greco, rel. Feliziani), sentenza n.… Leggi tutto: L’omesso o tardivo deposito di atti processuali
- L’esercizio della professione in periodo di sospensionePone in essere un comportamento deontologicamente riprovevole, in quanto contrario alla disposizione specifica contenuta nell’art. 36 co. 1 cdf, l’avvocato che eserciti attività professionale in periodo di sospensione, amministrativa o disciplinare, a nulla rilevando in contrario l’asserita buona fede dell’incolpato. Consiglio Nazionale Forense (pres. Greco, rel. Feliziani), sentenza n. 262 del 14 giugno 2024
- INDEMPIMENTO OBBLIGAZIONI VERSO TERZI. ILLECITO A CARATTERE PERMANENTECostituisce violazione degli articoli 9 (doveri di probità, dignità, decoro e indipendenza), 30 n. 3 (gestione di fondi non riferibili a clienti), 63 (rapporti con i terzi) e 64 (obbligazione di adempiere a obbligazioni assunte nei confronti di terzi) il comportamento dell’avvocato che non restituisce tempestivamente la somma indebitamente percepita da terzi. Tale violazione rientra… Leggi tutto: INDEMPIMENTO OBBLIGAZIONI VERSO TERZI. ILLECITO A CARATTERE PERMANENTE
- Illecito disciplinare: l’errore scrimina solo se inevitabileIn tema di responsabilità disciplinare dell’avvocato, in base dell’art. 4 del nuovo codice deontologico forense, la coscienza e volontà consistono nel dominio anche solo potenziale dell’azione o omissione, per cui vi è una presunzione di colpa per l’atto sconveniente o vietato a carico di chi lo abbia commesso, il quale deve dimostrare l’errore inevitabile, cioè… Leggi tutto: Illecito disciplinare: l’errore scrimina solo se inevitabile
- Illecito disciplinare: la coscienza e volontà delle azioni o omissioni deontologicamente rilevantiIn materia di illeciti disciplinari, la «coscienza e volontà delle azioni o omissioni» di cui all’art. 4 del nuovo Codice deontologico consistono nel dominio anche solo potenziale dell’azione o omissione, che possa essere impedita con uno sforzo del volere e sia quindi attribuibile alla volontà del soggetto. L’agente resta scriminato solo se vi sia errore… Leggi tutto: Illecito disciplinare: la coscienza e volontà delle azioni o omissioni deontologicamente rilevanti
- Assunzione di incarichi contro una parte già assistita: la rinuncia al mandato solo dopo l’esposto disciplinare non attenua, di per sè, la sanzioneLa successiva rinuncia al mandato non elide né attenua necessariamente il disvalore della condotta dell’avvocato che, in violazione dell’art. 68 cdf, presti la propria assistenza in favore di uno dei coniugi o conviventi in controversie di natura familiare dopo averli assistiti congiuntamente (Nel caso di specie, l’avvocato aveva assunto incarico professionale di difesa in un… Leggi tutto: Assunzione di incarichi contro una parte già assistita: la rinuncia al mandato solo dopo l’esposto disciplinare non attenua, di per sè, la sanzione
- Il divieto di assumere l’incarico nei confronti dell’ex clienteL’avvocato non può né deve assumere un incarico professionale contro una parte già assistita (art. 68 cdf), se non dopo il decorso di almeno un biennio dalla cessazione del rapporto professionale (comma 1), ma anche dopo tale termine deve comunque astenersi dall’utilizzare notizie acquisite in ragione del rapporto già esaurito (comma 3). Peraltro, il divieto… Leggi tutto: Il divieto di assumere l’incarico nei confronti dell’ex cliente
- Vietato assistere un coniuge o convivente contro l’altro, dopo averli assistiti entrambi in controversie familiariL’art. 68 cdf vieta al professionista, che abbia congiuntamente assistito i coniugi o i conviventi more uxorio in controversie familiari, di assumere successivamente il mandato per la rappresentanza di uno di essi contro l’altro. Tale previsione costituisce una forma di tutela anticipata al mero pericolo derivante anche dalla sola teorica possibilità di conflitto d’interessi, non… Leggi tutto: Vietato assistere un coniuge o convivente contro l’altro, dopo averli assistiti entrambi in controversie familiari
- Obbligo di diligenzaL’obbligo di diligenza si estrinseca non solamente nell’opera che l’avvocato svolge in difesa del cliente ma deve estrinsecarsi anche tenendo informato costui di tutti gli eventi di rilievo che si verifichino nel corso della pratica giudiziale e stragiudiziale, soprattutto quando essi richiedono l’ adozione di decisioni aventi influenza sull’esito finale della pratica stessa. Consiglio distrettuale… Leggi tutto: Obbligo di diligenza
- Procedimento disciplinare: la cancellazione o radiazione dell’interessato dall’albo nelle more del giudizio di impugnazione avanti al CNFQualora, nelle more del procedimento disciplinare (ivi compreso il giudizio di impugnazione dinanzi al CNF), l’incolpato non appartenga più all’Ordine forense (art. 24 co. 1 L. n. 247/2012), deve dichiararsi la cessazione della materia del contendere, giacché la potestas judicandi nei confronti degli incolpati è strettamente ed indissolubilmente collegata alla permanenza della loro iscrizione negli… Leggi tutto: Procedimento disciplinare: la cancellazione o radiazione dell’interessato dall’albo nelle more del giudizio di impugnazione avanti al CNF
- L’estinzione del giudizio d’impugnazione al CNF per rinuncia al ricorsoLa rinuncia all’impugnazione proposta da parte del ricorrente determina la immediata estinzione del relativo procedimento per cessazione della materia del contendere, non essendo a tal fine necessaria la sua accettazione da parte dell’appellato, con conseguente stabilizzazione della decisione gravata. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Feliziani), sentenza n. 243 del 6 giugno 2024.
- Procedimenti amministrativi avanti ai Consigli territoriali e comunicazioni o notifiche a mezzo PECNei procedimenti avanti ai Consigli territoriali (COA e CDD), le notifiche non devono necessariamente effettuarsi a mezzo Ufficiale Giudiziario, ben potendo effettuarsi anche a mezzo PEC. Infatti, i Consigli forensi sono enti pubblici non economici che hanno facoltà di notificare i propri atti col mezzo della posta elettronica certificata, perfetto equipollente della notifica mediante ufficiale… Leggi tutto: Procedimenti amministrativi avanti ai Consigli territoriali e comunicazioni o notifiche a mezzo PEC
- Irrilevante la mancanza di sottoscrizione dell’atto, comunque riconducibile aliunde al Consiglio territoriale da cui promaniL’atto amministrativo del Consiglio territoriale non è invalido solo perché privo di sottoscrizione, ove la sua riferibilità all’ente possa comunque essere desunta dal contesto dell’atto stesso (Nel caso di specie, il ricorrente aveva eccepito l’inesistenza/invalidità della comunicazione COA di dispensa dalla prova attitudinale contenuta nel corpo del messaggio della PEC anziché come suo allegato. In… Leggi tutto: Irrilevante la mancanza di sottoscrizione dell’atto, comunque riconducibile aliunde al Consiglio territoriale da cui promani