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- Il divieto di utilizzare documentazione falsa non riguarda soltanto il processo in senso strettoIl divieto di introdurre o utilizzare documenti o prove false (art. 50 cdf) non è strettamente limitato al “processo”, trovando infatti applicazione in ogni “procedimento” quindi anche al di fuori dello stretto ambito processuale, ferma restando in ogni caso la potenziale rilevanza deontologica di condotte che, pur non riguardando strictu sensu l’esercizio della professione, ledano… Leggi tutto: Il divieto di utilizzare documentazione falsa non riguarda soltanto il processo in senso stretto
- Il dovere di verità e lealtà dell’avvocato, fuori e dentro il processoLaddove l’avvocato si trovi nella condizione di non poter seguire allo stesso tempo verità e mandato, leggi e cliente, la sua scelta deve privilegiare il più alto e pregnante dovere radicato sulla dignità professionale, ossia l’ossequio alla verità ed alle leggi spinto fino all’epilogo della rinunzia al mandato in virtù di un tale giusto motivo,… Leggi tutto: Il dovere di verità e lealtà dell’avvocato, fuori e dentro il processo
- Sospensione per l’avvocato che falsifichi la data della procura alle liti (quand’anche col consenso del cliente)Costituisce illecito disciplinare, per violazione dell’art. 50 cdf, il comportamento dell’avvocato che, quand’anche col consenso del cliente, alteri ovvero falsifichi la data della procura alle liti rilasciatagli dal cliente (nella specie, per utilizzarla indebitamente in altre sedi, giacché il giorno della apparente sottoscrizione il cliente si trovava all’estero e la firma non poteva pertanto essere… Leggi tutto: Sospensione per l’avvocato che falsifichi la data della procura alle liti (quand’anche col consenso del cliente)
- Procedimento disciplinare: l’assegnazione a Sezione non interrompe la prescrizione disciplinareIn tema di procedimento disciplinare, l’assegnazione a Sezione CDD non ha efficacia interruttiva della prescrizione dell’azione disciplinare giacché, a differenza di quanto avveniva nel regime previgente (art. 51 R.D.L. n. 1578/1933), gli atti interruttivi della prescrizione disciplinare sono ora tipizzati e tassativi (art. 56 co. 3 L. n. 247/2012), ovvero: 1) la comunicazione all’iscritto della… Leggi tutto: Procedimento disciplinare: l’assegnazione a Sezione non interrompe la prescrizione disciplinare
- L’omesso adempimento al mandato costituisce illecito permanenteAi fini della prescrizione dell’azione disciplinare, l’omesso adempimento al mandato costituisce illecito permanente. In particolare, tale permanenza si protrae per tutto il tempo in cui perdura l’inadempimento e sino al momento del verificarsi di un fatto da ritenere idoneo alla cessazione della continuità della condotta inadempiente, e al più tardi cessa nel momento in cui… Leggi tutto: L’omesso adempimento al mandato costituisce illecito permanente
- Il dies a quo della prescrizione disciplinare nel caso di illecito deontologico istantaneo ovvero permanenteIl dies a quo per la prescrizione dell’azione disciplinare va individuato nel momento della commissione del fatto solo se questo integra una violazione deontologica di carattere istantaneo che si consuma o si esaurisce al momento stesso in cui viene realizzata; ove invece la violazione risulti integrata da una condotta protrattasi e mantenuta nel tempo, la… Leggi tutto: Il dies a quo della prescrizione disciplinare nel caso di illecito deontologico istantaneo ovvero permanente
- La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotteIn tema di procedimento disciplinare a carico di avvocati, il giudice della deontologia ha il potere di valutare la convenienza a procedere all’esame di tutti o di parte dei testimoni ammessi, e, quindi, di revocare l’ordinanza ammissiva e di dichiarare chiusa la prova, quando ritenga superflua la loro ulteriore assunzione perché in possesso, attraverso la… Leggi tutto: La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte
- La riunione e la separazione dei procedimenti disciplinariRientra nella discrezionalità del Giudice della deontologia disporre la riunione e la separazione dei procedimenti disciplinari a carico di uno stesso incolpato, il quale in proposito non può pertanto lamentare alcuna violazione del proprio diritto di difesa. Consiglio Nazionale Forense (pres. Greco, rel. Rivellino), sentenza n. 81 del 28 marzo 2025 NOTA:In senso conforma, da… Leggi tutto: La riunione e la separazione dei procedimenti disciplinari
- La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinareAi fini della sussistenza dell’illecito disciplinare, è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato e, quindi, sotto il profilo soggettivo, è sufficiente la “suitas” della condotta intesa come volontà consapevole dell’atto che si compie, dovendo la coscienza e volontà essere interpretata in rapporto alla possibilità di esercitare sul proprio comportamento un controllo finalistico e, quindi, dominarlo.… Leggi tutto: La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare
- Trattenimento di somme spettanti al cliente: la rilevanza deontologica prescinde dalla sua eventuale liceità civile o penaleL’avvocato è tenuto a mettere immediatamente a disposizione della parte assistita le somme riscosse per conto di questa e di rendergliene conto (art. 31 cdf), a pena di illecito deontologico, che prescinde dalla sussistenza o meno di eventuali rilievi della condotta stessa dal punto di vista penalistico (appropriazione indebita) o civilistico (compensazione), posto che l’ordinamento… Leggi tutto: Trattenimento di somme spettanti al cliente: la rilevanza deontologica prescinde dalla sua eventuale liceità civile o penale
- Illecito trattenere le somme spettanti al cliente, oltre il tempo strettamente necessarioVìola il dovere di puntualità e diligenza nella gestione del denaro altrui (art. 31 cdf), l’avvocato che trattiene, oltre il tempo strettamente necessario, le somme spettanti al cliente. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Consales, rel. Santinon), sentenza n. 80 del 28 marzo 2025
- I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuantiLa determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 cdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive… Leggi tutto: I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti
- La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotteIl principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il… Leggi tutto: La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte
- Procedimento disciplinare: la rilevanza probatoria delle dichiarazioni dell’esponenteLe dichiarazioni dell’esponente possono assumere da sole valore di prova quando trovano riscontro in altri elementi obiettivi e documentali, e siano altresì esenti da lacune e vizi logici. Pertanto, l’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente sulla base delle dichiarazioni dell’esponente o… Leggi tutto: Procedimento disciplinare: la rilevanza probatoria delle dichiarazioni dell’esponente
- Illecito richiedere o pattuire un compenso sproporzionato e comunque eccessivo rispetto all’attività professionale svoltaPone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che richieda un compenso manifestamente sproporzionato e comunque eccessivo rispetto all’attività professionale svolta (art. 29 co. 4 cdf). Peraltro, l’illecito in parola non è escluso neppure dal fatto che vi sia un accordo sul compenso (art. 25 cdf) ovvero che il cliente accetti di provvedere al relativo… Leggi tutto: Illecito richiedere o pattuire un compenso sproporzionato e comunque eccessivo rispetto all’attività professionale svolta