L’avvocato che chieda compensi eccessivi e anche sproporzionati rispetto alla natura e alla quantità delle prestazioni svolte pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e probità a cui ciascun professionista è tenuto (Nel caso di specie, il professionista aveva richiesto il compenso applicando i massimi per un’attività professionale che tuttavia non aveva comportato alcuna difficoltà di sorta).
Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Merli), sentenza del 27 dicembre 2018, n. 209
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 209 del 27 Dicembre 2018 (respinge) (avvertimento)- Consiglio territoriale: COA Verona, delibera del 03 Novembre 2014 (avvertimento)
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