Espressioni sconvenienti ed offensive: l’illecito non è scriminato dall’eventuale veridicità dei fatti

L’espressione tacciata di offensività riveste rilievo deontologico “di per sé”, cioè a prescindere dalla veridicità dei fatti che hanno dato luogo alla presentazione dell’esposto.

Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Masi), sentenza del 27 settembre 2018, n. 112

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 112 del 27 Settembre 2018 (respinge) (censura)
- Consiglio territoriale: COA Bergamo, delibera del 11 Marzo 2014 (censura)
abc, Giurisprudenza CNF

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