La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti, della gravità dei comportamenti contestati, violativi dei doveri di probità, dignità e decoro sia nell’espletamento dell’attività professionale che nella dimensione privata. A tal fine, può aversi riguardo, per un suo eventuale inasprimento, alla gravità della condotta ed a precedenti condanne disciplinari, nonché, per una sua eventuale mitigazione, alla ammissione delle proprie responsabilità e, più in generale, al comportamento processuale dell’incolpato.
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Masi), sentenza del 19 marzo 2018, n. 5
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 5 del 19 Marzo 2018 (accoglie) (avvertimento)- Consiglio territoriale: COA Voghera, delibera del 27 Marzo 2014 (censura)
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