L’avvocato che richieda alla propria assistita una compenso assai maggiore (nella specie, di sei volte) rispetto a quello che il medesimo riconosca congruo per la medesima attività professionale svolta dal legale di controparte implica un comportamento scorretto (art. 6 c.d.), infedele e contrario agli interessi del proprio assistito (art. 7 c.d.) ed altrettanto negligente (art. 8 c.d.).
Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Merli), sentenza del 27 dicembre 2012, n. 197
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 197 del 27 Dicembre 2012 (respinge) (censura)- Consiglio territoriale: COA Monza, delibera del 09 Marzo 2009 (censura)
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